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Israele, il neoministro Ben-Gvir visita la Spianata delle Moschee. Palestinesi: "Provocazione inaccettabile"

Il neoministro di estrema destra Itamar Ben-Gvir è andato in visita al Monte del Tempio. Nel 2008 la visita del primo ministro Sharon aveva causato la "seconda intifada"

03 Gennaio 2023

Itamar Ben-Gvir, neoministro israeliano, visita Spianata delle Moschee. Palestinesi: "Provocazione senza precedenti"

Itamar Ben-Gvir, fonte profilo Facebook ufficiale Itamar Ben-Gvir

Itamar Ben-Gvir, neoministro della Pubblica sicurezza di Israele, visita il Monte del Tempio, nome ebraico per la Spianata delle Moschee. I palestinesi si sono dichiarati oltraggiati e temono che verranno intaccate le leggi riguardante il prezioso luogo di culto. L'ultima volta, nel 2000, la visita dell'allora primo ministro Sharon aveva causato la "Seconda intifada", la rivolta palestinese esplosa a Gerusalemme il 28 settembre del 2000.

Ben-Gvir visita la Spianata delle Moschee

A Gerusalemme si trova il luogo di culto visitato dal neoministro israeliano della Pubblica sicurezza Itamar Ben-Gvir, luogo talmente controverso da avere due nomi: per i musulmani si chiama Spianata delle Moschee, moschea al-Aqsa o Haram al-Sharif, luogo in cui Maometto è asceso al cielo. Per gli ebrei si chiama Monte del Tempio perché qui vi sorgeva il Secondo Tempio, ricostruzione del Tempio di Salomone distrutto dai Romani nel 70 d.C. 

Essendo un luogo di rilievo anche per i cristiani e soggetto di rivendicazioni da secoli, è oggi sottoposto ad una legislazione molto delicata, simbolo degli equilibri fra le tre religioni. Dal 1967, cioè dalla Guerra dei Sei Giorni che ha visto Israele conquistare Gerusalemme Est, dove si trova la Spianata, alla Cisgiordania, agli ebrei e ai cristiani è permesso entrare nella sacra moschea ma è vietato loro di pregare.

La visita di ebrei ortodossi al sito è spesso sentita come una sfida, un'istigazione o addirittura una minaccia, come se significasse l'imminente sovvertimento di giurisdizione del luogo sacro. Quando il 28 settembre del 2008 l'allora primo ministro israeliano Ariel Sharon, del partito di destra Likud, fece una visita scoppiarono violente proteste violente da parte dei palestinesi che culminarono nella "seconda intifada". 

La visita di Ben-Gvir, a solo una settimana dalla firma come ministro sotto il presidente Netanyahu, è stata sentita proprio in questo modo perché il leader di Otzma Yehudit (Potere Ebraico), partito di estrema destra, è da tempo che dice di voler portare dei cambiamenti alla zona. Benché a novembre Ben-Gvir avesse sollecitato "pari diritti per gli ebrei" lì, Netanyahu ha sottolineato che non ci saranno cambiamenti sulla regolamentazione dei luoghi sacri. 

Ben Gvir alla Spianata è "una provocazione senza precedenti" per la Palestina

L'oltraggio dei palestinesi è stato annunciato a più voci: la visita del ministro è risultata per molti inaccettabile perché Ben-Gvir ha sempre apertamente sostenuto l’espulsione da Israele degli arabo-israeliani ritenuti "sleali" nei confronti dello stato e l’annessione della Cisgiordania occupata. 

Il neoministro, scortato dalla polizia che gestisce il luogo santo, non è stato visto pregare, quindi teoricamente non ha infranto la legge. Ben Gvir ha tweettato: "Il Monte del Tempio è il luogo più importante per le persone di Israele, dove si mantiene libertà di movimento per i musulmani e i cristiani. Ma anche gli ebrei andranno sul Monte, e chi ci minaccerà avrà a che fare con il nostro pugno di ferro". 

Il primo ministro palestinese Muhammad Shtayyeh ha commentato che la visita "è una violazione di tutte le norme, valori, accordi internazioni e leggi, oltre che degli impegni di Israele davanti al Presidente americano". Ha inoltre esortato a "ostacolare qualsiasi incursione che ha l'obiettivo di rendere la moschea al-Aqsa in un tempio ebraico". 

Il ministero degli Esteri palestinese ha condannato duramente la visita definendola una "provocazione senza precedenti" e parlando di una "reale minaccia di escalation per cui sarà responsabile Netanyahu". Anche un portavoce di Hamas, gruppo radicale che controlla la Striscia di Gaza, è intervenuto per chiamare la visita "un crimine" e per ribadire che il sito rimarrà "Palestinese, arabo e musulmano."

Ben Gvir risponde duramente su Twitter: "Nessun governo di Israele di cui faccio parte si piegherà ad un'organizzazione terroristica spregevole e assassina... e se Hamas crede che io sia scoraggiato dalle sue minacce, deve accettare che i tempi sono cambiati e c'è un nuovo governo a Gerusalemme."

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