Iran, giustiziato il primo manifestante dall'inizio delle proteste. Il governo: "Colpevole di crimini di guerra"

L'Iran ha annunciato di aver giustiziato il primo prigioniero ufficialmente condannato per un presunto crimine in seguito alle proteste organizzate nel Paese dopo la morte della giovane donna curda Mahsa Amini. Il prigioniero, Mohsen Shekari, 23 anni, è stato condannato per aver ferito "intenzionalmente" una guardia di sicurezza con un lungo coltello e bloccato una strada nella capitale, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa Tasnim, ed è stato impiccato questa mattina, giovedì 8 dicembre 2022.

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Secondo il medico legale iraniano che ha svolto l'autopsia sul suo corpo, Mahsa Amini sarebbe deceduta perchè affetta da sindrome da insufficienza multiorgano causata da ipossia cerebrale

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Le autorità iraniane hanno rigettato il ricorso dell'avvocato del prigioniero, ritenendo che “non sia né valido né giustificato”, in quanto ritengono che si sia reso colpevole di “crimini di guerra” bloccando la strada, minacciando con le armi e affrontando gli agenti. La Corte Suprema dell'Iran - che ritiene che le azioni del manifestante siano state un "esempio di ipocrisia" - ha approvato la sentenza stamattina e le ha dato esecuzione.

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I magistrati inoltre - si legge ancora sui giornali iraniani - si sarebbero basati su presunte dichiarazioni di testimoni dell'accaduto durante la protesta, i quali avrebbero assicurato che i presenti erano molto spaventati dalla presenza del manifestante, Mohsen Shekari, armato. 

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Ad annunciare la misura - storica per la Nazione mediorientale - è stato il procuratore generale Mohammad Jafar Montazeri

Intanto sempre oggi, giovedì 8 dicembre 2022, il portavoce del Dipartimento di Giustizia dell'Iran, Masoud Setayeshi, ha spiegato che per lo stesso reato altre undici persone, tra cui tre minorenni, sono state condannate a "lunghe pene detentive". Lo riporta l'agenzia di stampa del Paese Isna.