24 Novembre 2022
SCRITTI PANDEMCI
Diritto internazionale, pagliacciate e crimini internazionali
Le amare considerazioni di un giurista educato da ambo i lati dell’Atlantico
Master of Laws in Canada (University of Alberta, 1988) dopo la laurea in Italia (Università Statale di Milano, 1986), ho anch’io – come tutti del resto – il diritto di commentare i recenti provvedimenti del Parlamento europeo.
Europeista convinto, osservo con orrore la deriva farsesca delle istituzioni europee. Una Presidentessa della Commissione che tratta l’acquisto dei vaccini con sms poi asseritamente cancellati deve essere processata e destituita dal proprio incarico. Al contrario, in un crescente delirio di onnipotenza – tipico di chi sappia di poter contare sull’impunità completa e sulla connivenza dell’organo che l’ha eletta – porta avanti politiche suicide. Se si comprende perfettamente per conto di chi, non si comprende invece se esista una fazione contraria.
La stragrande maggioranza dei parlamentari europei vota a favore di una condanna della Federazione Russa che imbarazza per la sua idiozia e non si sente neppure un sussurro di dissenso.
Ora, noi siamo liberi di essere rappresentati da cretini, siamo liberi di lasciare senza muovere un dito che la Storia venga riscritta e i neonazisti giudicati eroi anche dalle sopravvissute della Shoah, siamo persino liberi di sacrificare centinaia di migliaia di ucraini per difendere l’espansione della NATO voluta dagli americani e di renderci complici dei loro crimini di guerra, siamo liberi di lasciare che gli americani distruggano il North Stream per spezzare il legame tra la Germania e la Federazione Russa, siamo liberi di stanziare il 2% del PIL per armare quei poveri sfortunati, siamo liberi di farci chiamare genitore 1 e genitore 2 (ma a questo punto perché non espandere le famiglie a 3 o 4 genitori?), siamo liberi di fare l’amore con chi meglio ci aggrada (tra poco anche coi minori, perché non bisogna demonizzare i pedofili, anzi bisogna usare l’acronimo LGBTP), siamo liberi di infangare la memoria dei nostri esploratori, dei nostri scienziati, dei nostri eroi (tanto uno vale uno), siamo liberissimi di magnificare i Maneskin e Jonathan Bazzi e buttare nel cesso Rachmaninoff e Fedor Dostoevskij (che tra l’altro erano russi), di mandare Gigino Di Maio a fare il diplomatico al posto di un plurilaureato in diritto internazionale, ma mi sfiora il dubbio che di tutte queste nostre libertà qualcuno stia approfittando per privarci dei diritti umani e costituzionali elementari. Tra la libera pratica della sodomia e il diritto di rifiutare una vaccinazione inutile e persino potenzialmente letale io non vorrei fare una scelta: libertà di uso e abuso del buso sempre! Invece mi hanno in(o)culato tre volte, alla faccia della Convenzione di Oviedo e dell’Articolo 32 della Costituzione.
No, non fate i furbi, non mi ricordate che la Consulta si pronunzierà tra pochi giorni. Io so che troveranno il cavillo, ma ciò non toglie che i miei diritti siano stati calpestati. Sono contrario a tutto, proprio a tutto e mi rifiuto di fare la figura dell’idiota per colpa dei miei rappresentanti al Parlamento europeo.
A futura memoria scrivo che è ora di finirla di accettare tutto passivamente e che spetta a noi – ultimi uomini consapevoli, testimoni di un’epoca migliore – porci alla guida di una protesta.
Facciamola finita con questa sudditanza nei confronti degli americani, rialziamo la testa e ricordiamo loro che l’Europa è stata la culla della civiltà romano cattolica. Sì, romano cattolica e lo scrivo con orgoglio, anche se da agnostico.
Certo, con un Papa eretico, sincretista e massone non posso rivolgere le mie speranze verso il Vaticano. Se i nuovi crociati cattolici sono questi rammolliti dal pensiero (fosse soltanto quello…) debole, la guerra contro il transumanesimo dovrà essere combattuta dagli ortodossi (e infatti così già è). Mosca, la terza Roma, custode della Santa Tradizione potrebbe però trovare un potente alleato nei musulmani. Il transumanesimo è un nemico comune, il Great Reset una prospettiva aberrante da rifiutare.
Tutto questo, è evidente, non può neppure essere intuito dalla nostra Signor Presidente del Consiglio dei Ministri. Lei gioca col genere delle parole, l’invidia del pene è un disturbo della psiche ben noto alla scienza. Servo muto degli americani per convenienza e necessità esattamente come tutti gli altri, dato che le forze politiche dissidenti non sono rappresentate in Parlamento.
Per una volta, mi viene voglia di andare in Piazza (quella vera, non quelle virtuali) a gridare: “Not in my name!”.
(di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia)
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