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Guerra Ucraina, Russia compra missili e artiglieria da Corea del Nord. Usa: "Sintomo di difficoltà"

Secondo fonti di intelligence USA, c'è scarsità ormai anche di cannoni e munizioni di artiglieria, di cui si pensava Mosca avesse una scorta infinita

06 Settembre 2022

Guerra in Ucraina: la Russia sta comprando missili e artiglieria dalla Corea del Nord. USA: "sintomo di difficoltà di approvvigionamento"

Le guerre ad alta intensità sono come forni che consumano voracemente tutto: uomini, mezzi, munizioni, denaro. Dopo sei mesi di guerra in Ucraina, l'esercito russo avrebbe consumato tante risorse da essere costretto a richiederne alla Corea del Nord: in particolare, missili, cannoni e munizioni di artiglieria, di cui si riteneva l'esercito russo avesse una scorta inesauribile. Lo rivelano fonti di intelligence degli USA. Pesano, secondo gli analisti, gli effetti delle sanzioni sulla tecnologia bellica; ma anche i devastanti lanciarazzi HIMARS, che hanno distrutto dozzine di depositi russi lungo la linea di contatto.

Mosca compra armi dalla Corea: "Sintomo di difficoltà logistiche"

Benché le sanzioni nel complesso non siano riuscite ad assestare il colpo decisivo all'economia russa che alcuni speravano, hanno comunque avuto effetti devastanti su alcuni settori, specialmente quelli legati alla tecnologia avanzata, tra cui quello bellico. Già a inizio guerra, molte fonti riportavano come molte fabbriche di armi russe fossero state costrette a interrompere le produzione a causa dell'impossibilità di reperire pezzi di ricambio occidentali

Benché gli alleati di Mosca, come Pechino, abbiano promesso supporto economico, nessuno si è ancora arrischiato a inviare armi o aggirare le sanzioni sul settore militare. Da cui, la disperata difficoltà nel trovare arsenali "compatibili", in particolare in virtù del fatto che l'esercito russo impieghi molti pezzi di epoca sovietica. Pyongyang sarebbe uno di questi: i due paesi godono di ottime relazioni in virtù della comune rivalità con gli Stati Uniti, e Kim Jong-Un potrebbe essere allettato dalla prospettiva di fare guadagni facili vendendo i resti di magazzino agli alleati.

Il fatto che le fonti USA segnalino richieste di artiglieria e munizioni giunge indubbiamente come una sorpresa. Si riteneva, infatti, che in virtù della dottrina di guerra sovietica, pesantemente basata sulla superiorità quantitativa di artiglieria, l'esercito di Putin potesse godere di mezzi pressoché infiniti a riguardo, e che le industrie avrebbero potuto fornire il resto. Invece, evidentemente l'attrito materiale della guerra deve avere consumato anche questo settore. Di questo abbiamo conferme indirette: nella recente controffensiva ucraina per Kherson, molti reparti avevano già segnalato difficoltà a ottenere il supporto dell'artiglieria: in questo hanno giocato un ruolo importante gli HIMARS, lanciarazzi mobili americani che da mesi, in mano ucraina, hanno bersagliato e fatto a pezzi numerosissimi depositi di munizioni. L'artiglieria russa è ancora più numerosa di quella ucraina, ma soffre la superiore precisione delle armi occidentali, oltre all'inevitabile consunzione bellica, resa ancora più grave dalla difficoltà a reperire pezzi di ricambio. Dunque, si moltiplicano i guasti e i cortocircuiti, la precisione diminuisce.

C'è anche il problema dei missili. Mosca aveva una ottima riserva di missili, anche di precisione. Ma anche qui, mesi di guerra hanno svuotato le riserve, specialmente dopo che la "crema" delle armi era stata usata nei primi mesi di guerra per distruggere le armi NATO arrivate in Ucraina. Ad oggi, il ritmo dei bombardamenti missilistici è calato moltissimo e soprattutto coinvolge principalmente missili vecchi e imprecisi, segno, ancora una volta, che anche in questo campo gli arsenali russi soffrono di penuria. 

Grosse difficoltà, rese palesi dalle recenti difficoltà russe, dopo mesi di superiorità, sia nell'avanzare in Donbass (il fronte è statico ormai da due mesi) che nel reagire ai contrattacchi ucraini nel sud, che hanno già sottratto ai russi località strategiche.

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