05 Agosto 2022
Ancora pochissima chiarezza sull'atrocità avvenuta lo scorso venerdì, che ha visto più di quaranta prigionieri ucraini uccisi da un'esplosione. La tragedia è avvenuta in un edificio a Donetsk, città controllata dalle forze armate russe e dai loro alleati separatisti. Inevitabile il giro di accuse sulla responsabilità: confusione che ha spinto una iniziativa dell'ONU per indagare definitivamente la dinamica dell'incidente; al momento, sta cercando la collaborazione di entrambi i governi.
Secondo i russi, si tratterebbe di un incidente di fuoco amico avvenuto tramite gli HIMARS, lanciarazzi a lunga gittata forniti dagli USA, che gli ucraini utilizzano con sempre maggiore efficacia per distruggere depositi di armi e posti di comando russi. In questo caso, evidentemente, secondo i russi è avvenuto un errore di targeting per cui i razzi avrebbero colpito appunto perlopiù soldati ucraini prigionieri. Dunque, un modo di screditare le forze armate ucraine accusandole di incompetenza al punto da colpire i propri stessi uomini.
Le autorità ucraine hanno replicato sostenendo che, a partire dalle evidenze visuali, la dinamica dell'incidente non è compatibile con la versione fornita dai russi. Le prove visuali sembrano piuttosto far pensare a una esplosione avvenuta all'interno. Secondo le fonti ucraine, i servizi segreti russi dell'FBS avrebbero cosparso l'ambiente di un liquido infiammabile per poi fare esplodere una mina, causando la strage. Dunque, secondo questa lettura, una atrocità calcolata a sangue freddo per danneggiare la reputazione dell'Ucraina sfogandosi anche sui prigionieri, cancellando così anche le prove delle torture fisiche e psicologiche a loro inflitte. Proclami sostenuti dall'intelligence USA, che sostiene anche che Mosca si stia preparando a creare false prove in modo da scaricare la responsabilità sulle truppe di Kiev.
La missione, dice il segretario ONU António Guterres, conta sulla collaborazione di entrambi i paesi e collaborerà con figure competenti e intellettualmente oneste.
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