31 Luglio 2022
Nancy Pelosi (fonte: Lapresse)
Pechino ha promesso reazioni "vigorose", così Nancy Pelosi sta pensando di annullare la sua visita a Taiwan. Nelle ultime ore in molti avevano speculato in merito a una sua possibile visita. Cioè visitare un'isola che non incontra alcun esponente di spicco dell'establishment americano da 25 anni: da quel 1997 in cui l'allora presidente taiwanese Lee Tang-hui s'incontrò con l'allora presidente della Camera Usa, Newt Gingrich. Sembra che forse neanche Pelosi riuscirà a interrompere l'isolamento di Taiwan con l'occidente. Stando al suo itinerario di viaggio pubblicato, le tappe previste sono Singapore, Malesia, Corea del Sud e Giappone.
Oltre 50mila, stando ai dati raccolti, erano stati gli utenti che avevano seguito online la traversata aerea in tempo reale della speaker Usa, cominciata il 29 luglio. Il segnale era scomparso una volta che l'aereo era atterrato alle Hawaii, dove Pelosi si è intrattenuta alcuni esponenti dello Stato Maggiore: "Dopo una sosta per il rifornimento alle Hawaii, abbiamo avuto un briefing dalla dirigenza dell'United States Indo-Pacific Comman, e visitato il Pearl Harbor Memorial e la nave da battaglia USS Arizona". Proprio in quest'occasione, suggeriscono in molti, Pelosi sarebbe stata convinta dell'inopportunità di visitare Taiwan e delle potenziali ripercussioni che una tale scelta avrebbe assicurato. Non è arrivata una smentita ufficiale da parte dell'establishment Usa in merito alla visita a Taiwan, ma è anche bene ricordare che non c'è mai stato nulla da smentire.
"Sotto la forte guida del presidente Biden - ha affermato Pelosi in una nota - l'America è intenzionata a un impegno strategico nella regione, comprendendo che un Indo-Pacifico libero e fiorente è fondamentale per la prosperità nella nostra nazione e di tutto il mondo". È la parola "libero" quella su cui gli analisti si sono concentrati: secondo alcuni una risposta alle affermazioni forti del presidente cinese Xi Jinping degli ultimi giorni. "Entrambi i lati dello Stretto dell'isola appartengono ad un'unica Cina", ricordando la sua "ferma opposizione al separatismo" e "all'interferenza di forze esterne".
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