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Crisi di governo, Medvedev ironizza: "Via Johnson e Draghi, chi sarà il prossimo?"

L'ex premier russo ironizza sulla crisi di governo che sta interessando l'Italia accostando le dimissioni di Mario Draghi a quelle del neo-dimissionario Johnson: "Chi sarà il prossimo?"

14 Luglio 2022

Medvedev, Johnson, Draghi

Fonte: Telegram Medvedev

L'ex presidente della Federazione Russa Medvedev, che già ha calcato la scena negli ultimi giorni per le sue dichiarazioni apocalittiche sulla Terza Guerra Mondiale, ironizza sulle dimissioni di Mario Draghi rassegnate al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le accosta alle dimissioni presentate pochi giorni fa da Boris Johnson: "Via Johnson e Draghi, chi sarà il prossimo?"

Crisi di governo, Medvedev: si riferisce al presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden?

Madvedev, ex presidente della Federazione russa ed oggi vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, si diverte tantissimo a vedere le modalità con cui i governi democratici occidentali si riassettano in caso di crisi, e così stavolta preferisce frasi ironiche sulle dimissioni rassegnate da Mario Draghi. Tuttavia in questa ironia potrebbe esserci un richiamo alle elezioni di medio termine che interesseranno il presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden a novembre, infatti negli Usa, sale la propensione al risparmio esattamente in linea con quella europea ed il presidente è ai minimi storici. Inoltre pur essendo elevatissimi i livelli occupazionali (con due posti per un lavoratore), gli Stati Uniti d'America devono fronteggiare l'ipotesi di recessione caldeggiata da moltissime agenzie di rating che danno questo scenario probabile dal 40 al 50% in un periodo che va da 12 a 18 mesi.

Certo, Il dollaro sta volando e l'euro sta crollando, ma questo non basta a restituire a Biden la fiducia ormai perduta.

Medvedev si divertí anche quando si dimise Johnson

Medvedev si era già scatenato con le sue frasi colorite in occasione delle dimissioni di Johnson il 7 luglio scorso affermando: "I migliori amici dell'Ucraina se ne vanno. La vittoria è in pericolo! Il primo è andato..."

E in effetti anche in Inghilterra lo scenario era simile a quello degli USA: il gradimento di Boris Johnson era ormai ai minimi da tempo, ma lui resisteva nonostante tutto vista impellente necessità dovuta al conflitto internazionale e alla crisi energetica.

Quando poi Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz andarono in visita Kiev addirittura viaggiando in treno, l'ex leader Russo sverrò un memorabile attacco per dimostrare il suo disprezzo: "Agli europei, grandi mangiatori di rane, salsicce e spaghetti piace visitare Kiev. Inutilmente. Hanno promesso l'adesione dell'Ucraina all'UE e obici datati, si ubriacano di horilka, tornano a casa in treno, come 100 anni fa".

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