25 Maggio 2022
Il piano di pace italiano è un mistero: è mai arrivato in Russia? L'unica cosa certa è che mercoledì 18 maggio il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha presentato al segretario delle Nazioni Unite António Guterres un piano italiano per convincere Russia e Ucraina a deporre le armi e a cercare una convivenza pacifica. Il documento, i cui dettagli sono stati pubblicati in esclusiva da Repubblica il giorno seguente, giovedì 19 maggio, e poi ripresi diffusamente da altri quotidiani, ha avuto però rilevanza solo nel dibattito italiano. A una settimana di distanza, i due Paesi in guerra lo hanno di fatto accantonato e commentato solo sulla base delle indiscrezioni di stampa, senza che il memorandum fosse concretamente sul tavolo di Volodymyr Zelensky o Vladimir Putin.
Il piano per la pace italiano prevede in sostanza quattro punti: un immediato cessate il fuoco; il futuro posizionamento dellUcraina, che dovrebbe dichiararsi neutrale, non entrando mai nella Nato, ma potrebbe avviare definitivamente l'iter di ingresso nell'Unione europea; sovranità ucraina su Crimea e Donbass, territori ai quali verrà concessa ampia autonomia; un nuovo patto per la sicurezza europea.
A posteriori, il tentativo italiano per quanto apprezzabile si è rivelato poco più di un esercizio di stile. Né Zelensky né tantomeno Putin hanno mai commentato la bozza ed entrambi i Paesi, anche se in modi diametralmente opposti, lo hanno di fatto messo da parte. Il 20 maggio il portavoce del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, Oleg Nikolenko, manifestava l'apprezzamento di Kiev per lo sforzo italiano, sostenendo che "qualsiasi tentativo internazionale di riportare la pace sul territorio ucraino e in Europa è benvenuto". Parole che sotto la patina diplomatica sembravano già ridimensionare la portata del piano.
Ieri è arrivata la prima stroncatura da Mosca. E non di poco conto, perché a smontare il piano è stato Dmitrij Medvedev, ex primo ministro e presidente della Federazione russa e attualmente vicepresidente del Consiglio di Sicurezza di Mosca: "Un puro flusso di coscienza slegato dalla realtà". Il documento, secondo il braccio destro di Putin, sembra scritto da "politologi locali, che hanno letto dei giornali provinciali e operano soltanto sulla base delle notizie false ucraine", il giudizio sprezzante.
Oggi, però, è arrivato un altro colpo di scena rivelato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, secondo la quale il documento non è mai arrivato a Mosca. "Questa sorta di piano non ci è stata mandata", ha spiegato la funzionaria, aggiungendo che tutti i dettagli noti sono stati appresi attraverso la stampa. "Nessuno dal ministero degli Esteri italiano ci ha passato alcun piano", ha ribadito. E lo stesso ministro degli Esteri Di Maio ha ammesso che il piano è ancora allo stato "embrionale". È legittimo chiedersi, però, perché per la prima volta, a memoria, una proposta di accordo venga diffusa a mezzo stampa e non trasmessa alle parti coinvolte.
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