20 Maggio 2022
Tre italiani sono stati rapiti in Mali: si tratterebbe di una coppia di testimoni di Geova con bambino. La notizia è stata diffusa inizialmente dall'agenzia di stampa francese Afp e poi confermata dal ministero degli Esteri italiano, che fa sapere di avere già attivato l'unità di crisi. Secondo le prime informazioni si tratterebbe di una coppia di testimoni di Geova con il loro bambino. Con loro sarebbe stato rapito anche un cittadino togolese. I quattro sarebbero stati prelevati con la forza da "uomini armati", che apparterrebbero a un gruppo di estremisti islamici. La famiglia avrebbe doppia nazionalità e risiederebbe nel Paese africano da tempo. Il rapimento sarebbe avvenuto ieri sera, giovedì 19 maggio, e al momento non sono arrivate ulteriori informazioni sulle loro condizioni.
Le forze di sicurezza maliane hanno riferito all'Afp che il rapimento è avvenuto a Sinzina, nel Sud est del Paese, nel distretto di Koutiala, non lontano dal confine con Burkina Faso e Costa d'Avorio. "Stiamo facendo tutto il possibile per ottenere la loro liberazione ed abbiamo attivato tutti i contatti diplomatici", ha spiegato la fonte. Ad eseguire il sequestro un commando di quattro uomini a bordo di una Toyota che apparterrebbero al gruppo di estremisti islamici Jnim.
Al momento, almeno ufficialmente, non è arrivata alcuna richiesta di riscatto da parte di nessuna delle fazioni armate che agiscono nel Paese. Il Mali, come molti Stati del centro Africa, non è un posto sicuro per comuni cittadini occidentali: oltre alla presenza jihadista ci sono bande armate molto violente che si contendono il controllo del territorio, causando negli anni migliaia di morti tra i soldati dell'esercito ufficiale e la popolazione civile.
La famiglia si chiamerebbe Koulibaly - Langone, mentre non si conosce ancora l'identità del cittadino togolese. Stando alle prime informazioni che trapelano da canali ufficiali, la coppia da tempo residente in Mali non sarebbe registrata all'Aire (Anagrafe degli italiani residenti all'estero). I due si trovano nel Paese del Centro-Africa con la volontà di costruire una chiesa.
Potrebbe trattarsi di una coppia di volontari, vista la dichiarazione rilasciata dalla Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova: "Non abbiamo traccia di nostri fedeli in missione in quei luoghi. Speriamo di avere notizie positive dai canali ufficiali". Il caso viene monitorato personalmente dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
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