18 Maggio 2022
Acciaieria Azovstal (Fonte twitter @FrancoScarsell2)
Le news di oggi sulla resa ad Azovstal, secondo Mosca "quasi mille soldati si sono arresi". Il processo di evacuazione dei civili e dei militari dall'acciaieria Azovstal prosegue, con lentezza ma costantemente. Il ministero della Difesa russo fa sapere che da lunedì scorso, 16 maggio, 959 soldati ucraini hanno lasciato l'impianto siderurgico, 694 dei quali nelle ultime 24 ore. I feriti che hanno bisogno di cure urgenti, secondo Mosca, sono 80 e 51 di loro si trovano adesso nell'ospedale di Novoazovsk, in territorio russo. Il destino dei resistenti, però, continua ad essere incerto. Nelle prime ore successive alla resa si era parlato di uno scambio di prigionieri tra russi e ucraini ma ora dalla Russia alcuni falchi vorrebbero processare i membri del battaglione, giudicati "neo-nazisti".
La situazione non è tranquilla. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, accusa pesantemente il governo di Kiev di una sorta di doppio gioco: in realtà il presidente Zelensky e i suoi collaboratori non vorrebbero che civili e militari lascino l'impianto. È innegabile, del resto, che l'incredibile resistenza mostrata dai marines e dai combattenti del reggimento di Azov in questi tre mesi di assedio abbia avuto un grande valore simbolico per tutta l'Ucraina. Una resa porrebbe fine a questo "mito".
Per questo, in molti in Russia ma non solo vorrebbero trattenere i soldati e processarli, se non peggio. Il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha dichiarato che verranno trattati "secondo standard internazionali" ma Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma, il Parlamento russo, ha chiesto ai colleghi di approvare una risoluzione con la quale opporsi a uno scambio di prigionieri che includa anche i membri del battaglione Azov. "I nazisti non possono e non devono essere oggetto di scambio. Sono criminali di guerra e dobbiamo fare il possibile per perseguirli", ha detto. Il provvedimento verrà discusso oggi alla Camera.
Anche dall'Ucraina, i filorussi spingono per non consegnare a Kiev i resistenti dell'acciaieria affinché possano essere processati. Lo ha chiesto anche il capo della repubblica di Donetsk, Denis Pushilin: "Se l’avversario ha deposto le armi, il tribunale deciderà il suo futuro". Ma da Kiev continuano a premere per uno scambio di prigionieri, anche perché "ci sono ancora molte persone rimaste ad Azovstal e continuiamo a negoziare per farle uscire da lì", ha spiegato il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Maliar.
Intanto dopo Zelensky, è significativo che anche il portavoce del Pentagono John Kirby abbia definito "eroi" i combattenti di Azovstal, che hanno resistito con "coraggio e abilità" all'enorme pressione russa. Per Putin, infatti, era fondamentale soggiogare l'ultimo baluardo di resistenza a Mariupol per poter aprire un corridoio in grado di collegare il Donbass alla Crimea.
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