05 Maggio 2022
La Russia tramite il suo presidente Vladimir Putin fa un passo indietro e chiede scusa a Naftali Bennett. Lo riporta l'emittente israeliana Kann. Le frasi del ministro degli esteri russo Sergej Lavrov rilasciate a "Zona Bianca" su Rete 4 hanno creato un vero e proprio caso internazionale, tant'è che è dovuto intervenire il capo del Cremlino. Putin ha informato Bennett oggi giovedì 5 maggio al telefono. Il presidente israeliano "ha accettato le scuse del presidente Putin per le osservazioni di Lavrov e lo ha ringraziato per aver chiarito il suo atteggiamento nei confronti del popolo ebraico e della memoria della Shoah".
Bennett finora ha evitato di puntare espressamente il dito contro la Russia sulla questione guerra, ma in Israele si è scatenato un putiferio per questo caso. A pochi giorni e proprio mentre Israele festeggia i 74 anni dall'Indipendenza. Durante la telefonata avuta tra i due oggi, 5 maggio, si sarebbe parlato della "memoria storica" e dell’Olocausto. L'agenzia russa Tass sottolinea come Putin avrebbe confermato l’importanza per entrambi i Paesi delle commemorazioni delle vittime durante la Seconda guerra mondiale, comprese quelle dell’Olocausto. Anche in occasione della giornata del 9 maggio, quando si festeggia la Giornata della Vittoria, quando i russi sconfissero i nazisti.
Ma, continua "solo se i soldati ucraini si arrendono". Sarebbe stato questo l'altro contenuto della telefonata di oggi. Pensiero all'Ucraina dunque con Putin che ha assicurato l'uscita sicura dei civili ancora dentro l'acciaieria, ultimo baluardo di Mariupol. Dal Cremlino precisano che "particolare attenzione è stata riservata agli aspetti umanitari, tra cui l'evacuazione dei civili dal territorio dello stabilimento Azovstal, bloccati da militanti di formazioni nazionaliste, effettuata in collaborazione con rappresentanti dell'Onu e del Comitato internazionale della Croce Rossa".
Putin poi avrebbe auspicato che le autorità di Kiev diano l'"ordine" ai soldati rinchiusi dentro l'acciaieria di "arrendersi" e "deporre le armi"
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