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Gentiloni sconfessa Draghi: "Complicato cambiare regola unanimità"

Il presidente del Consiglio aveva parlato due giorni fa a Strasburgo, alla riunione plenaria del Parlamento Ue, spronando a cambiare i meccanismi decisionali

05 Maggio 2022

G20, Gentiloni: "Accordo storico per una riforma della tassazione globale"

Paolo Gentiloni (fonte LaPresse)

Paolo Gentiloni sconfessa Draghi: "Complicato cambiare regola unanimità". Due giorni dopo l'ispirato discorso del premier italiano alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, arriva il bagno di realismo del commissario europeo agli Affari economici, che spiega come cambiare il meccanismo decisionale dell'unanimità di tutti e 27 i Paesi membri sia tutt'altro che semplice. L'ex governatore della Banca centrale europea, lo scorso 3 maggio, aveva definito le istituzioni europee "inadeguate" ad affrontare le sfide attuali, non solo economiche ma geopolitiche e sociali. Draghi aveva invocato un "federalismo pragmatico", una formula alquanto vaga e astrusa per dire che ci vuole maggiore integrazione tra gli Stati su temi chiave, "economia, energia, sicurezza". Parole subito smorzate da chi le istituzioni politiche europee le conosce bene, Paolo Gentiloni. 

Gentiloni sconfessa Draghi: "Complicato cambiare regola unanimità"

Intervenuto ad un evento in Italia organizzato dal quotidiano Messaggero, Gentiloni si è espresso così sulla possibilità di riformare le regole europee: "Non è facile modificare la regola dell'unanimità, è inserita nei trattati e per modificarli serve l'unanimità", ha spiegato con parole quasi paradossale. Poi non manca di punzecchiare proprio il premier che aveva criticato l'attuale assetto istituzionale: "In generale la Ue ha dato prova di un livello di capacità di decisione notevole".

Una critica felpata, nello stile che da sempre contraddistingue Gentiloni, ma pur sempre uno smarcamento piuttosto evidente dalle posizioni d Draghi. Il presidente del Consiglio aveva invocato la necessità di superare "la logica intergovernativa fatta di veti incrociati" per muoversi verso "decisioni prese a maggioranza qualificata". Una soluzione che però Gentiloni non ha raccolto e fatta sua: "Il sistema decisionale nelle varie democrazie non è semplice ma teniamoceli stretti. La semplicità di decisione nelle autocrazie può portare a disastri e guerra", ha glissato in maniera generica.

Sanzioni e dipendenza energetica da Mosca

Il commissario europeo italiano ha avuto modo di commentare anche il tema del momento a Bruxelles, il sesto pacchetto di sanzioni verso la Russia più volte annunciato ma ancora in stallo per l'opposizione soprattutto di Ungheria e Slovacchia, fortemente dipendenti dal petrolio russo: "L'embargo sul petrolio è una decisione ragionevole e avrà un impatto sulle nostre economie ma su quella russa sarà molto maggiore. La nostra proposta è arrivare a un embargo a seconda dei prodotti tra 6 e 9 mesi".

Gentiloni non nega che, arrivati a questo punto, con carbone e greggio di Mosca off-limits per l'Ue, i provvedimenti saranno dolorosi anche per l'Occidente e in particolare per l'Europa, ma "la Banca centrale russa dice che la recessione sarà almeno del 9% e chi dice che le sanzioni non saranno efficaci prende un abbaglio", ha spiegato sicuro. 

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