14 Aprile 2022
Fonte: Instagram
In Myanmar l'esercito dà fuoco ai villaggi per annientare la resistenza. È il terribile resoconto che arriva dal Paese del Sudest asiatico, dove da più di un anno il potere è nelle mani di una giunta militare che ha rovesciato con un colpo di stato il governo di Aung San Suu Kyi. Dall'inizio dell'anno, secondo l'agenzia di stampa internazionale Reuters, più di 100 villaggi sono stati distrutti completamente o in parte per annientare la resistenza armata al regime. L'ultimo in ordine di tempo lungo il fiume Bin, nella zona centrale del Paese. Le immagini mostrano le case in legno e mattoni interamente distrutte dalle fiamme. Al loro posto c'è solo cenere. L'unica struttura inviolata è la piccola pagoda dorata simbolo della religione buddista, considerata sacra e per questo risparmiata dai soldati.
Il regime avrebbe distrutto, secondo le stime, più di 5mila edifici civili in quello che resta uno dei Paesi più poveri e meno sviluppati al mondo. La Reuters ha avuto modo di visionare dozzine di immagini satellitari fornite da Planet Labs e dalla Nasa e queste mostrano che in tutta la parte centrale del Myanmar, noto anche col nome di Birmania, la regione di Sagaing, ci sono tantissimi villaggi in fumo. È qui che si concentra la resistenza armata al regime.
Il racconto di Tom Andrews, l'inviato speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nel Paese, è agghiacciante: "È una campagna di terrore. Se vivi in una zona o in un villaggio che loro pensano sia particolarmente favorevole a coloro che hanno preso le armi, allora sei, a loro avviso, il nemico". Secondo i testimoni che hanno parlato con Andrews, i militari distruggerebbero gli edifici sia con attacchi via terra sia utilizzando aerei.
Come sempre, il regime fornisce invece una versione del tutto opposta della storia: le operazioni mirerebbero a ripristinare l'ordine nel Paese, mentre sarebbero i rivoltosi a dare fuoco ai villaggi. Ma il regime non fornisce prove di quanto sostenuto. La giunta militare ha dichiarato illegale ogni forma di opposizione e da mesi combatte duramente con la Forza di difesa popolare, l'organizzazione militar del governo di unità nazionale deposto un anno fa.
Oltre alle tante vittime, il prezzo di tali devastazioni sono l'alto numero di sfollati interni: secondo l'Onu, solo nell'ultima settimana di febbraio sono stati 52mila. Gente che ha perso tutto: non solo le case, ma anche raccolti e cibo per gli animali. Col risultato che presto, nel Paese, alla guerra civile potrebbe aggiungersi una grave crisi alimentare.
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