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Guerra Ucraina, il big Petrocelli vota no al decreto di Draghi. Pronta l'espulsione dal M5s

Il presidente della Commissione esteri del Senato, filocinese e filorusso, ha annunciato che voterà no al decreto Ucraina del governo Draghi. Italia Viva chiede le sue dimissioni mentre lui rischia anche l'espulsione dal M5s

22 Marzo 2022

Guerra Ucraina, il big Petrocelli vota no al decreto di Draghi. Pronta l'espulsione dal M5s

"Voterò no al decreto Ucraina, penso che sia possibile anche la mia espulsione dal M5S". È quanto avrebbe detto Vito Petrocelli nel corso della riunione congiunta delle commissioni Esteri e Difesa del Senato in corso a palazzo Madama. Ora il presidente della commissione non solo rischia l'espulsione dal suo partito, pardon Movimento, teoricamente non allineato (o molto probabilmente è solo un lontano ricordo), ma anche il disarcionamento dalla stessa commissione. Un nuovo caso politico derivante dalla guerra sulla scena italiana dopo l'intervento di Zelensky al parlamento.

Pioggia di richieste di dimissioni per Petrocelli, presidente della Commissione Esteri del Senato

Almeno così chiede Italia Viva, attraverso Laura Garavini, ma anche il Pd con Luigi Zanda, che secondo l'AdnKronos, avrebbe chiesto all'esponente M5s di trarre le conseguenze delle sue dichiarazioni e dei suoi voti contrari: non è più in grado di esercitare ruolo di garanzia e equilibrio.  "La posizione del Presidente della commissione Esteri del Senato Vito Petrocelli non è più sostenibile. Il M5s deve assumere una decisione" ha scritto invece ì il senatore Pd, Andrea Marcucci, su Twitter.

D'altronde richieste in tal senso arrivano anche dall'interno del M5s. In particolare con le parole di Gianluca Vacca, deputato pentastellato che ha dichiarato: "Petrocelli dovrebbe prendere seriamente in considerazione le dimissioni dalla Presidenza della Commissione Esteri del Senato". Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha investito molto sulla sua svolta atlantista e ha assunto una posizione molto dura nei confronti di Mosca, in linea con quella degli altri colleghi europei. Petrocelli, insieme ad altri pentastellati, sembra ormai un corpo estraneo.

Petrocelli non pare intenzionato ad accogliere i "suggerimenti" e intende restare al suo posto mentre rilancia le sue teorie: "Atto della Russia da condannare ma la guerra non è cominciata oggi ma otto anni fa". E ancora: "Putin poteva limitarsi a liberare le repubbliche secessioniste". Spiegando poi che "da oggi non voterò più la fiducia al governo".
 
 

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