22 Marzo 2022
Alexey Navalny (fonte Wikipedia)
Alexei Navalny è stato condannato a nove anni di detenzione in un carcere di massima sicurezza per aver commesso una frode “su vasta scala, in particolare appropriazione indebita di beni di qualcun altro attraverso bugie e abuso di fiducia”, si legge nel dispositivo della sentenza. Il principale oppositore politico del presidente russo Vladimir Putin si trova in prigione già dal gennaio 2021. L’accusa in quel caso era di aver violato la libertà vigilata, reato che gli era costato la condanna a tre anni e mezzo di reclusione. Navalny, però, si è sempre proclamato innocente e ha definito la pena come motivata da ragioni politiche.
L’udienza si è tenuta nel carcere russo in cui Navalny è detenuto. La pubblica accusa aveva chiesto una condanna ancora più pesante, a 13 anni di prigione. La pena di nove anni è comunque pesantissima e verrà scontata in una colonia penale di massima sicurezza. Nello specifico, Navalny è accusato di essersi appropriato per scopi personali dei soldi – 4,7 milioni di dollari – donati alla sua fondazione, FBK. L’oppositore del Cremlino dovrà pagare anche una multa per aver offeso i giudici in un altro procedimento.
Per Navalny, 45 anni, non si tratta della prima disavventura giudiziaria. Nel gennaio del 2021 l’attivista russo era stato condannato a tre anni e mezzo di prigione per non aver rispettato il regime di libertà vigilata, conseguente a una precedente sentenza di colpevolezza. In quei giorni Navalny si trovava in Germania per sottoporsi alle cure successive a un tentativo di avvelenamento e per questo non aveva potuto presentarsi davanti alla polizia russa. Secondo l’accusa, tuttavia, le sue condizioni non erano così gravi da giustificare la violazione.
Navalny si è sempre opposto alle accuse, secondo lui frutto di motivazioni politiche. Visione condivisa anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, da numerose organizzazioni per i diritti umani e da inchieste di testate internazionali.
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