14 Marzo 2022
Proteste (fonte lapresse)
Clima infuocato in Corsica, dove si stanno espandendo a macchia d'olio le proteste degli indipendentisti attraverso violente manifestazioni di massa in seguito al tentato omicidio di Yvan Colonna, simbolo della ribellione corsa, all'interno del carcere di Arles.
Non si parla d'altro che del conflitto in Ucraina, ma anche in un'altra fetta d'Europa il clima è rovente. Da quella che per Putin rappresenta l'appendice naturale della Russia ci spostiamo in Corsica, la prosecuzione isolana (e indomita) della Francia, dove divampano proteste al limite della guerriglia.
La gente corsa, infatti, si è riversata nelle piazze delle varie città dell'isola, mettendo in allerta massima le forze dell'ordine. Motivo della sommossa popolare, che sta mandando al rogo i centri urbani, è il tentato omicidio in carcere di Yvan Colonna, avvenuto nella prigione di Arles dove l'uomo, militante indipendentista condannato all'ergastolo, era rinchiuso. Il 2 marzo scorso, Colonna è stato trasportato in ospedale e attualmente è in coma.
Colonna stava scontando le pena detentiva in quanto dichiarato responsabile dell'uccisione del prefetto Claude Érignac, avvenuta il 6 febbraio 1998 ad Ajaccio. All'interno della prigione, Colonna sarebbe stato aggredito da un altro detenuto, camerunense e fedele all'Islam, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla preparazione di atti di terrorismo. La lite, scoppiata a causa di un diverbio su tematiche religiose, è poi degenerata in un tentativo di strangolamento ai danni di Colonna, che ora è in coma.
Il Presidente del Consiglio esecutivo della Corsica aveva denunciato il tentato omicidio di Yvan Colonna come uno scandalo di Stato, tanto da chiedere la nomina di una commissione d’inchiesta congiunta. La miccia, però, era già stata accesa e anche i molti punti oscuri che permangono sulla vicenda hanno innescato le proteste di piazza nell'intera Corsica, culminate con l'irruzione degli indipendentisti nel tribunale di Ajaccio.
Una situazione che sta assumendo contorni sempre più drammatici, una macchia d'olio di manifestazioni violente che si sta espandendo, da Ajaccio a Bastia, passando per Corte. Il tentato omicidio dell'indipendentista corso, infatti, ha risvegliato le velleità mai sopite dei corsi di essere indipendenti dalla Francia: ieri ad Ajaccio sono stati registrati grandi disordini al termine del corteo, concluso con un bollettino simil guerra: 67 feriti, tra i quali 44 poliziotti.
Il ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin si recherà in Corsica con la volontà di "aprire un ciclo di discussioni con i rappresentanti e le forze vive dell'isola", condannando altresì le azioni di violenza e chiedendo "un immediato ritorno alla calma" senza il quale "il dialogo non potrà cominciare". Dialogo che si sta timidamente instaurando con l'annuncio da parte del primo ministro Jean Castex che ha di fatto tolto l'etichetta di "detenuti particolarmente pericolosi" ad altri due indipendentisti, Pierre Alessandri e Alain Ferrandi. Basterà per sedare il fuoco ardente dei ribelli?
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