28 Febbraio 2022
fonte: Twitter @Onze6112
Mentre prosegue l'invasione russa dell'Ucraina la Cina riemerge dal silenzio e condanna le sanzioni che l'Occidente ha lanciato contro Mosca, definendole "unilaterali" e "al di sopra del diritto internazionale". Secondo il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, Pechino si è infatti sempre opposta a misure di questo tipo, precisando che sanzioni del genere "non risolvono problemi". Le dichiarazioni della Cina arrivano dopo che i Paesi occidentali hanno deciso di bloccare alcune banche russe dal sistema Swift.
Nel frattempo il portavoce del ministero degli Esteri cinese rinnova l'invito alla moderazione da parte di tutti, al fine di evitare un ulteriore escalation in Ucraina con conseguente precipitare delle relazioni internazionali. "La priorità assoluta", ha ribadito il portavoce, "è ora che tutte le parti esercitino la necessaria moderazione per evitare che la situazione in Ucraina continui a deteriorarsi e si perda il controllo". Nel frattempo il New York Times punta il dito contro Pechino per non avere cercato di convincere la Russia a non invadere l'Ucraina. Il tutto nonostante diversi appelli fatti dagli Stati Uniti negli ultimi mesi. Accuse che la Cina respinge però al mittente, bollandole come "diffamazioni" e "informazioni false".
Con il perdurare delle sanzioni contro la Russia, si prefigura inoltre all'orizzonte un sostanziale mutamento dei rapporti tra Mosca e Pechino. Secondo l'editorialista del Corriere della Sera Federico Rampini infatti: "Le perdite economiche per la Russia saranno sostanziali, ma Putin si prepara da anni a questo conflitto e ha fatto tutto quello che poteva per costruire un’economia più autarchica, meno esposta alle sanzioni, più rivolta a Oriente. Mentre modernizzava le sue forze armate, ha ridotto il debito pubblico e il debito estero, proprio per poter resistere a un assedio finanziario".
La Cina - ha continuato Rampini in un'intervista rilasciata a Libero - ha bisogni energetici enormi, per cui potrà assorbire tutto il gas che eventualmente l’Europa smetterà di comprare, e ha già deciso la costruzione di nuove infrastrutture per trasportare più gas russo a Oriente. Sta però investendo molto anche nel nucleare, che considera a tutti gli effetti una fonte rinnovabile, nel solare, nell’eolico, nell’auto elettrica. Questo significa che come cliente di energie fossili dalla Russia avrà un appetito decrescente nel tempo, via via che Xi realizzerà i suoi piani di decarbonizzazione".
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