03 Gennaio 2022
Vaccino Covid (fonte foto LaPresse)
In Israele arriva oggi, lunedì 3 gennaio 2021, il via libera alla quarta dose di vaccino Covid per tutti gli over 60: si potrà fare a 4 mesi dall'ultimo richiamo. Lo ha annunciato questa mattina il premier Naftali Bennet, aggiungendo che probabilmente "all'apice della ondata supereremo la soglia dei 50mila contagi al giorno: si tratta di numeri molto elevati, ma dal mondo abbiamo appreso che se siamo vaccinati siamo protetti da forme gravi di malattia". Ma se da una parte i vertici di Israele insistono sull'ennesima dose di vaccino, dall'altra in molti si dicono "stufi" di continuare a fare periodicamente richiami. E le voci discordanti aumentano sempre di più.
All'inizio della campagna vaccinale Israele era stato elogiato in tutto il mondo - Italia compresa - come "Paese modello" per l'alta risposta dei cittadini alla somministrazione del farmaco anti-Covid. Dopo poco però, proprio nel paese guidato da Naftali Bennet, si erano viste le prime "inaspettate" conseguenze del vaccino. Giovani, adulti e bambini, pensando di essere completamenti protetti dal virus avevano riniziato a condurre la loro vita sociale come prima e, nel giro di pochissimi mesi, i contagi erano risaliti alle stelle. Il motivo è chiaro ed è uno solo: il vaccino non protegge dal rischio di contrarre il Covid. Anche chi ha ricevuto una, due o tre dosi del farmaco può infettarsi e può infettare gli altri.
Il cosiddetto "Paese modello" aveva mostrato quindi ben presto le diverse fallacie della campagna di vaccinazione di massa. Il premier Naftali Bennet e il ministro della Salute Nachman Ash avevano dovuto fare i conti con un'imprevista impennata dei contagi nonostante i vaccini e il Green pass. Ash si era detto addirittura "deluso e sconvolto" dall'aumento dei casi registrato a poca distanza dal via alla campagna vaccinale per tutti. E così, oggi come allora, i dubbi sull'efficacia dei vaccini crescono sempre di più tra la popolazione.
Il premier cerca allora di tranquillizzare i suoi cittadini: "Abbiamo imparato dal resto del mondo che chi è vaccinato è anche protetto in larga misura dalla malattia grave, anche se si reinfetta", afferma Bennet. "Per questo - annuncia - abbiamo deciso di rinunciare alla quarantena per chi ha più di cinque anni" e presenta un tampone con esito negativo.
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