03 Novembre 2021
Fonte: Twitter (https://twitter.com/GaroweOnline/status/1455808938474102786/photo/1)
Il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed ha dichiarato lo stato d'emergenza in Etiopia, dopo che ieri le truppe ribelli del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray (Tplf) hanno annunciato di aver conquistato due città sulla strada verso la capitale Addis Abeba. Le città in questione sono Dessie e Kombolcha, due luoghi strategici dai quali i ribelli potrebbero far partire offensive verso la capitale.
Gli scontri tra le due fazioni rivali sono terminati lunedì sera ed hanno visto la vittoria sul campo dei ribelli tigrini. L'allerta è massima in Etiopia, in quanto, dopo una prima ondata di scontri che hanno portato le truppe federali a prevalere sui ribelli, nella primavera del 2021 la situazione si è ribaltata. Non è stato l'unico successo militare dei ribelli tigrini, che hanno conquistato altre città sulla strada verso Gibuti. Altra mossa strategica, perché entrando a Gibuti potrebbero conquistare il porto di Doraleh, che dal 2000 è l'unico porto a cui ha accesso l'Etiopia. Abiy Ahmed è estremamente preoccupato, tanto da lanciare un appello a tutta la popolazione etiope. Il Primo Ministro ha infatti invitato i cittadini ad usare qualsiasi tipo di arma per respingere i ribelli tigrini. Il suo appello alla Nazione si è concluso con la frase: "Morire per l'Etiopia è dovere per tutti noi". Un discorso che suona tanto come un vero e proprio grido di battaglia. Quella che doveva essere una semplice operazione di polizia, che va avanti dal Novembre 2020, compie oggi un anno e si è ormai evoluta in guerra.
Questo conflitto sta avendo sempre di più una risonanza internazionale. È da qualche mese che vanno avanti le continue richieste di cessate il fuoco, ma nessuna delle due parti sembra intenzionata a smettere. Dopo la presa di Dessie e Kombolcha, il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha espresso una forte preoccupazione, vista l'alleanza tra gli Stati Uniti e l'Etiopia. Dall'altra parte, invece, c'è preoccupazione per il mancato rispetto dei diritti umani e per il continuo insabbiamento di crimini di guerra. I vertici europei e le Nazioni Unite, hanno chiesto al governo centrale etiope di rimuovere il blocco alimentare nei confronti della regione settentrionale del Tigray. È inoltre in corso un'indagine condotta congiuntamente dall’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite e dalla Commissione etiope per i diritti umani (Ehrc), nella quale si accusa l'Etiopia di crimini di guerra ed insabbiamento di prove.
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