04 Giugno 2021
Fonte: Twitter
Un’ondata nera fuoriuscita dalla nave cargo MV X-Press Pearl, affondata il 2 giugno, sta inghiottendo il mare nei pressi dello Sri Lanka. 13 giorni tra le fiamme per l’imbarcazione a bandiera singaporiana, che ha preso fuoco al largo delle coste di Colombo. Poi l’affondo. È disastro ambientale nelle acque dell’Oceano Indiano.
La guardia costiera indiana era già intervenuta il 20 maggio per domare le prime fiamme. Ma a incendio estinto, rimaneva il grave rischio legato all’affondare dell’imbarcazione. La nave container comincia a cedere verso il fondale, a 21 metri di profondità, il 2 giugno. Neanche i soccorritori sono stati d’aiuto. A causa del maltempo non sono riusciti a riportare a galla il mezzo e a prevenire il disastro sulla costa. Il rischio di un danno ambientale senza precedenti è altissimo.
Sulla nave, 287 tonnellate di olio combustibile, 50 tonnellate di gasolio e svariati contenitori ricolmi di olio lubrificante. Sono 81 i container a bordo classificati come carico tossico. Tra questi, diversi prodotti chimici, cosmetici e tonnellate di acido nitrico e piombo. Un cocktail letale dalle conseguenze irreversibili se disperso nel mare. Il direttore esecutivo del centro per la Giustizia Ambientale dello Sri Lanka ha definito i potenziali danni all'ecosistema marino "incalcolabili".
A Negombo, sulle spiagge a 40 chilometri di Colombo, i primi avvistamenti di macchie, anche se non è ancora chiaro se si tratti di petrolio. Un barlume di speranza però rimane. Stando a quanto dichiarato dal comandante dei porti dell'isola Nirmal Siva, il petrolio a bordo potrebbe essersi esaurito. Ammette però che le autorità si stanno "preparando per lo scenario peggiore".
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