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Fukushima: Tokyo dà via libera a rilasciare acqua contaminata in mare

A dieci anni dal triplice disastro, il premier giapponese prende una decisione netta: lo sversamento avverrà tra due anni. Ma a quale prezzo? L'acqua contaminata contiene ancora l'isotopo radioattivo.

13 Aprile 2021

Fukushima: Tokyo dà via libera a rilasciare acqua contaminata in mare

Nucleare (fonte foto Pixabay)

É ufficiale: Tokyo rilascerà nell'Oceano Pacifico l'acqua contaminata impiegata fino ad oggi a raffreddare i reattori danneggiati dall'incidente nucleare di Fukushima. A dare il via libera è stato il premier Yoshihide Suga nonostante la fortissima opposizione. Lo sversamento inizierà nel 2023.

Il governo ha deciso nonostante la netta presa di posizione da parte dell'opinione pubblica, dell'industria della pesca e dei rappresentanti dell'agricoltura locale. Rilasciare l'acqua inquinata provocherà, senza dubbi, gravissimi danni sia all'ambiente che all'economia del Paese.

Il via libera da parte del premier giapponese arriva a esattamente 10 anni dalla catastrofe di Fukushima. Il disastro avvenne infatti nel marzo nel 2011. Ieri Suga ha incontrato i membri dell'esecutivo e il ministro dell'Industria Hiroshi Kajiyama per formalizzare la decisione.

Fukushima: 140 tonnellate di acqua contaminata

A distanza di 10 anni dal disastro, Fukushima è ancora sotto stretto controllo: ogni giorno gli esperti effettuano la manutenzione della centrale, la quale genera l'equivalente di 140 tonnellate di acqua contaminata.

Nonostante venga scrupolosamente trattato negli appositi impianti di bonifica, il pericoloso liquido continua a contenere il trizio, un isotopo radioattivo dell'idrogeno che, se rilasciato nell'ambiente, potrebbe provocare disastri irreparabili. 

Proprio per questo sono in migliaia a chiedere al governo giapponese di non rilasciare l'acqua contaminata in mare. A esprimere perplessità sono stati anche i Paesi vicini al Giappone, tra cui Cina e Corea del nord.

Fukushima

Il disastro di Fukushima è stato triplice: prima il terremoto di magnitudo 9, poi lo tsunami e infine il surriscaldamento del combustibile nucleare, seguito dalla fusione del nocciolo all'interno dei reattori che portò a tragiche esplosioni di idrogeno e pericolosissime emissioni di radiazioni. Ancora oggi ne paghiamo le conseguenze. 

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