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L'urlo di Biden che rivela l'affanno della politica estera americana 

L'attacco del Presidente USA contro Putin? Probabilmente deciso a tavolino

20 Marzo 2021

L'urlo di Biden che rivela l'affanno della politica estera americana 

L’improvvisa, imprevista intemerata del Presidente USA contro Putin, accusato di essere un assassino, é stata probabilmente decisa a tavolino. Essa consacra forse l’affanno della politica estera americana e la sua debolezza nel mondo. La Cina infatti controlla ormai buona parte dell’Africa Centro Meridionale, mentre il Medio Oriente, Siria inclusa, un tempo dominato dall’influenza occidentale, ora, a partire dall’assassinio di Saddam Hussein, sta scivolando sotto l’orbita turco-russa. Lo stesso dicasi per il Nord Africa, ricco di giacimenti petroliferi e di gas. L’uccisione di Gheddafi in Libia e l’estromissione di Mubarak dall’Egitto e di Ben Alì dalla Tunisia, favorite dagli USA, hanno infatti fatto cadere gli ultimi baluardi, precedentemente presidiati dagli europei. Nell’Est del mondo e nel Pacifico poi, Cina, India e Russia, stanno facendo sempre di più la parte del leone. Il Re pertanto sembra essere nudo e l’attacco frontale a Putin appare più un atto di debolezza, che non di forza: un messaggio disperato all’Europa, una chiamata alle armi, per bloccare ogni avvicinamento alla Russia, in nome di una crociata contro il nuovo terribile zar. E il messaggio non é poi tanto velato: in contemporanea con l’attacco a Putin, é partito infatti un diktat alla Germania, per bloccare la realizzazione del gasdotto NorthStream, già costruito al 90%, che rappresenta il secondo collegamento intra europeo, per il trasporto del gas russo nel nostro Continente. Analogo fatto é già avvenuto, con successo, dieci anni fa, con la defenestrazione di Berlusconi, che aveva portato con sé, allora, la fine del progetto del gasdotto SouthStream, altro collegamento strategico, per l’approvvigionamento di gas, in altra parte del nostro continente. Per gli addetti ai lavori, questo é stato, molto probabilmente, il vero obbiettivo di tale defenestrazione. Ora nel mirino c’é Angela Merkel che, insieme all’Italia e ad altri paesi europei, si presenta con l’aggravante di aver aperto per prima al vaccino Sputnik. Il tutto viene ancora una volta mascherato, sotto una motivazione esclusivamente politico-ideologica: o con noi e quindi con la democrazia e la libertà, o con la Russia e quindi con gli assassini ed i dittatori. E’ il solito ritornello dei democrats americani e non solo americani che, quando sono in difficoltà, si appellano alla difesa dei diritti umani e all’antifascismo. Purtroppo però, in questi ultimi tempi, il modello alternativo di riferimento e cioè la democrazia USA, si é andato gradatamente appannando. Lo strapotere delle varie Apple, Google, Facebook, Microsoft, Twitter, cui si é aggiunta, recentemente, con il Covid, Bigpharma, che agiscono liberamente e indisturbate, veri e propri Stati nello Stato, ha infatti eroso spazio, diritti e sovranità, alla società civile, che rispondeva ad un unico giudice: l’elettore. Tale giudice é stato invece sostituito da un sistema esclusivamente privato, che risponde soltanto a se stesso. Non certo un modello di democrazia da esportare!

Pertanto, a mio parere, l’Europa, pur continuando a mantenere solidi e privilegiati legami con gli USA, dovrebbe strategicamente ricostruire il suo rapporto con la Russia, cui é naturalmente unita da radici geografiche, culturali, religiose, storiche, che prescindono dalla contingenza della reggenza di Putin. Una grande Europa alleata al suo interno, certamente con ben altra coesione politica, potrebbe rappresentare l’unico serio baluardo alla paventata avanzata cinese, che tutti demonizzano, ma che nessuno contrasta.

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