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Pressione fiscale, nel 2024 Italia sesta in Europa con il 42,5%, in aumento dell'1,3% sul 2023, conseguenza dell'aumento dell'occupazione

La pressione fiscale in Italia è aumentata sensibilmente nel 2024 anche a causa della crescita dell'occupazione che non è stata accompagnata da un aumento paragonabile del PIL

11 Novembre 2025

Pressione fiscale, Italia sesta in Europa con il 42,5%, in aumento dell'1,3%, è una conseguenza dell'aumento dell'occupazione

La pressione fiscale nei Paesi europei. Fonte: Eurostat

Gli ultimi dati Eurostat hanno rilevato che, nel 2024, in Italia la pressione fiscale è salita dal 41,2% al 42,5%. Il nostro Paese si trova ora al quarto posto nella zona euro e al sesto nell’UE tra quelli le cui tasse pesano di più sull’economia. Il Documento programmatico di finanza pubblica del Governo ha già previsto che, nel 2025, questo dato aumenterà ancora, fino al 42,8%.

Pressione fiscale, nel 2024 Italia sesta in Europa con il 42,5%, in aumento dell'1,3% sul 2023

La pressione fiscale è il rapporto tra il PIL e le imposte e i contributi incassati in un anno dallo Stato. Somma quindi tasse, imposte e contributi previdenziali, mettendoli in rapporto alla ricchezza prodotta in un anno. Lo Stato europeo con la pressione fiscale più alta è la Danimarca, al 45,7%. Tra le grandi economie primeggia invece la Francia, al 45,2%.

Pressione fiscale in Europa

L’Italia, nel 2024, è arrivata ad avere una pressione fiscale del 42,5%. Questo non significa per forza che le tasse siano aumentate per tutti, ma che, in confronto all’anno precedente, l’incasso totale dello Stato rispetto al PIL è stato più alto. La situazione non dovrebbe migliorare nel breve periodo. Il Governo ha infatti previsto che, nel 2025, la pressione fiscale arriverà al 42,8%.

Mappa della pressione fiscale

Si tratta comunque di livelli simili a quelli già registrati nel 2014. Secondo gli analisti, il fattore che contribuisce maggiormente a questo aumento è la crescita dell’occupazione. Negli ultimi anni il numero di lavoratori è aumentato molto più rapidamente del PIL. Questo significa che i nuovi lavori sono molto meno produttivi di quelli già presenti. Di conseguenza, le tasse pagate da questi nuovi occupati pesano maggiormente sulla pressione fiscale.

L'altro fattore che contribuisce alla crescita della pressione fiscale è il fiscal drag. In un sistema di tassazione progressiva come quello italiano, l'aumento dell'inflazione fa crescere gli stipendi nominali. In questo modo sempre più persone scalano di scaglione Irpef, finendo per pagare più tasse con uno stipendio reale di fatto invariato.

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