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India, Modi: "Continueremo a comprare petrolio russo anche con dazi", greggio raffinato da Nuova Delhi poi venduto a Usa e rivenduto a Ue

Mentre l’Occidente sbandiera le sanzioni contro Mosca, Nuova Delhi diventa protagonista della crisi energetica globale. Il gas russo continua ad arrivare in Europa e persino in Ucraina attraverso gli Usa e Nuova Delhi, come anticipato da Il Giornale d'Italia

06 Settembre 2025

Modi

Modi, fonte: Wikipedia

Il premier indiano Narendra Modi ha affermato che, nonostante i dazi del 50% a tutte le esportazioni di Nuova Delhi negli Usa, applicati per costringere l'India a seguire l'embargo occidentale alla Russia, loro continueranno "ad acquistare greggio del Cremlino".

Greggio che viene poi raffinato in India e venduto agli Usa, che poi lo rivendono all'Unione Europea, come anticipato da Il Giornale d'Italia.

India, Modi: "Continueremo a comprare petrolio russo anche con dazi", greggio raffinato da Nuova Delhi poi venduto a Usa e rivenduto a Ue

L’India rimane tra i grandi attori del mercato energetico mondiale. Pur non essendo un Paese ricco di risorse, Nuova Delhi ha aumentato nel 2025 del 266% le esportazioni di carburanti verso l’Europa, sfruttando un meccanismo semplice: compra gas e petrolio scontato dalla Russia, lo trasforma o lo “rimarchia”, e lo rivende agli Stati Uniti, che a sua volta lo rivendono all'Unione Europea.

Un gioco di prestigio energetico che ha reso l’India il vero hub del Sud globale e l’anello fondamentale attraverso cui il gas russo, nonostante le sanzioni, continua ad alimentare l’Occidente.

Secondo quanto anticipato da Il Giornale d’Italia, gran parte del GNL che l’Italia importa dagli Stati Uniti – il 36,2% nel 2024, secondo solo al Qatar – non è altro che gas russoriciclato”. Washington, a sua volta, lo acquista tramite India e lo rivende in Europa con un marchio diverso e a prezzo maggiorato.

Il risultato? Gli italiani pagano il gas fino a quattro volte più caro rispetto al 2021, acquistando di fatto lo stesso combustibile che arrivava da Mosca prima delle sanzioni.

Ma il paradosso non riguarda solo l’Europa. L’Ucraina in realtà continua a ricevere forniture indirette. Nel solo luglio 2025, Kiev ha importato 300 milioni di metri cubi di gas dall’Ungheria e 268 milioni dalla Slovacchia: due Paesi che si riforniscono attraverso il gasdotto russo Turk Stream.

In totale, il 70% delle importazioni ucraine di luglio 2025 era gas russo mascherato da fornitura europea. Tutto questo mentre Bruxelles garantisce prestiti miliardari a Kiev per liberarla dalla “dipendenza energetica” da Mosca.

La verità è che le sanzioni contro la Russia hanno ridisegnato i flussi ma non hanno interrotto i rapporti. Il gas russo continua ad arrivare, passando per India, Usa, Slovacchia, Ungheria e Azerbaijan. Solo che ora costa di più e ingrassa gli intermediari.

Al centro di questo gioco multipolare c’è l’India, nuova potenza energetica del Sud globale e regina della triangolazione. Mentre Bruxelles e Zelensky parlano di indipendenza da Mosca, la realtà mostra l’ennesimo bluff: l’Europa e l’Ucraina continuano a vivere di gas russo.

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