Nel primo semestre del 2025, Banca Generali ha registrato un utile netto consolidato di €200,2 milioni, in calo rispetto ai €239,6 milioni dello stesso periodo del 2024, che aveva beneficiato di un maggiore apporto delle commissioni variabili. Al netto di queste componenti straordinarie, l’utile ricorrente è cresciuto del 3,4%, raggiungendo €176,3 milioni, e rappresenta ora l’88% dell’utile totale (rispetto al 71% del 2024). Questo dato evidenzia la capacità della banca di rafforzare una redditività più stabile e sostenibile in un contesto di mercato volatile, segnato anche dall’incertezza legata all’offerta pubblica di scambio lanciata da Mediobanca lo scorso aprile.
Il margine di intermediazione si è attestato a €472,7 milioni, in calo rispetto ai €494,3 milioni del primo semestre 2024, ma in crescita del 7,5% al netto delle componenti di mercato, grazie al buon andamento delle commissioni nette ricorrenti (€253,3 milioni, +8,4%) e del margine finanziario (€177,0 milioni, +6,2%). Il margine di interesse, in particolare, ha raggiunto €161,7 milioni, in aumento del 2,7% nonostante la discesa dei tassi di mercato, grazie alla crescita dei volumi dei depositi retail.
Gli attivi fruttiferi ammontano a €16 miliardi, con una prevalenza (76%) di titoli obbligazionari a breve scadenza (duration media 1,4 anni). Il risultato della gestione finanziaria è cresciuto significativamente a €15,3 milioni, sostenuto anche dalle attività di Intermonte.
Sul fronte delle commissioni, quelle lorde ricorrenti sono aumentate del 6,9% a €550,2 milioni, trainate da:
Commissioni di investimento: €473,4 milioni (+6,6%), con un buon andamento delle gestioni (€446,5 milioni) e della consulenza evoluta (€26,8 milioni, +8,0%);
Altre commissioni ricorrenti: €76,8 milioni (+8,8%), spinte anche dal corporate advisory e trading di Intermonte (€15,6 milioni).
Le commissioni variabili si sono invece ridotte drasticamente a €42,4 milioni (da €94 milioni), a causa dell’instabilità dei mercati nel periodo marzo-aprile.
I costi operativi sono aumentati del 20,4% a €164,4 milioni, ma al netto del contributo di Intermonte (€17 milioni), la crescita si riduce al 7,9%. I costi core sono stati di €133,8 milioni (+8,4%), principalmente per investimenti in IT. Il Cost/Income ratio rettificato si è mantenuto su livelli di eccellenza del settore, al 37,5%.
Sono stati contabilizzati accantonamenti e rettifiche per €36,1 milioni (in calo rispetto ai €39,5 milioni del 2024), mentre il tax-rate è salito al 26,3% per la minore incidenza dei profitti esteri.
Secondo trimestre 2025
L’utile netto del secondo trimestre è stato di €89,9 milioni (contro i €117,6 milioni del 2Q 2024), ma l’utile ricorrente è cresciuto dell’1%. Il margine di intermediazione si è attestato a €222,1 milioni, penalizzato dalle commissioni variabili (€8 milioni), mentre le altre fonti di ricavo hanno mostrato solidi aumenti: commissioni ricorrenti a €125 milioni (+8,4%) e margine finanziario a €89 milioni (+7,6%).
I costi operativi sono stati di €81,8 milioni, comprensivi di €8,5 milioni legati a Intermonte, e i costi core a €66,7 milioni (+8,2%). Il risultato pre-tasse è stato di €124,2 milioni, e il tax-rate del 27,4% ha risentito anch’esso del minor apporto di utili esteri.
Solidità patrimoniale
La banca ha confermato la sua solidità patrimoniale, con un CET1 ratio del 17,7% e un Total Capital Ratio del 19,7%, già inclusivi degli impatti della normativa CRR3 e dell’integrazione di Intermonte. Il Leverage ratio è al 5,7%, ben oltre il minimo regolamentare, e gli indici di liquidità restano elevati (LCR al 329%, NSFR al 234%).
Risultati commerciali
Le masse totali gestite e amministrate sono cresciute del 7,6% su base annua a €106,5 miliardi, un nuovo massimo storico. Gli Assets under Investment sono a €71,1 miliardi (+7,2%), trainati dalle Soluzioni Gestite (€49,1 miliardi), in particolare le soluzioni contenitore (€25 miliardi) e i fondi propri (€12 miliardi). Anche le Polizze assicurative tradizionali sono salite a €15,6 miliardi (+7,4%).
Gli altri attivi sono a €35,4 miliardi, con aumenti sia nei conti amministrati (€24,1 miliardi) sia nei conti correnti (€11,3 miliardi). Le masse in consulenza evoluta sono pari a €10,9 miliardi, corrispondenti al 10,3% del totale.
La raccolta netta del semestre è stata pari a €3,0 miliardi, di cui €1,5 miliardi nel secondo trimestre. In particolare, gli Asset under Investment hanno attratto €1,6 miliardi, rappresentando il 54% della raccolta totale.
Previsioni e strategia
Il primo semestre è stato segnato da una forte volatilità dei mercati, influenzati dai dazi USA e dal conflitto in Medio Oriente, entrambi in via di assorbimento. L’azionario europeo ha sovraperformato quello americano, e il contesto dei tassi in Europa è diventato più favorevole con un taglio della BCE.
In questo scenario, Banca Generali mantiene un approccio prudente e proattivo, con l’obiettivo di offrire consulenza di qualità e supporto personalizzato ai clienti. La banca conferma l’obiettivo di raccolta netta a €6 miliardi per il 2025, di cui €3,5 miliardi in Asset under Investment, e prevede un NIM medio di 200 bps e management fee margin tra 140 e 142 bps nel secondo semestre.
Proseguono inoltre i progetti strategici, tra cui:
l’integrazione di Intermonte, con sinergie su ricavi e servizi;
il rafforzamento della partnership con Generali, culminata il 30 giugno con la firma degli accordi di insurebanking con Alleanza Assicurazioni, per integrare prodotti bancari e assicurativi e generare maggiore valore per i clienti.
Infine, si ricorda che Banca Generali è attualmente oggetto di un’offerta pubblica di scambio volontaria da parte di Mediobanca annunciata il 28 aprile 2025. La banca continua a monitorare gli sviluppi e si riserva di esprimere le proprie valutazioni secondo le tempistiche previste dalla normativa.