24 Giugno 2025
L’offerta pubblica di scambio del Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca potrebbe partire entro la metà di luglio, con l’obiettivo di concludersi entro agosto. Le prime date ipotizzate per l’avvio dell’offerta sono l’8 o il 15 luglio, mentre il periodo di adesione potrà durare dalle due alle cinque settimane.
Il via libera della Banca Centrale Europea sembrerà essere arrivato: la Vigilanza avrebbe espresso un parere favorevole, ora la decisione passerà al consiglio direttivo di Francoforte, che dovrebbe pronunciarsi entro il 27 giugno. Solo dopo l’autorizzazione formale, Mps potrà inviare il prospetto informativo alla Consob, che avrà cinque giorni lavorativi per esaminarlo e autorizzare l’avvio ufficiale dell’Ops.
Uno dei nodi principali riguarda la soglia minima che Mps punta a raggiungere in Mediobanca. Siena ha confermato l’obiettivo di una quota almeno pari al 66,67% del capitale, che garantirebbe il controllo pieno e la possibilità di integrare rapidamente la banca acquisita. Tuttavia, emerge che questa soglia potrebbe essere flessibile, anche se non è stata formalizzata una sotto soglia minima. BCE e Consob valuteranno con attenzione questo aspetto, che potrebbe influire sulla fattibilità dell’operazione.
L’Offerta pubblica di scambio rappresenta l’evoluzione della strategia di rilancio di Mps, avviata con la cessione del 15% della banca da parte del Tesoro nel novembre 2024. L’operazione, condotta tramite una procedura di accelerated bookbuilding, ha coinvolto un gruppo di investitori italiani: Banco Bpm, Anima e le holding delle famiglie Del Vecchio e Caltagirone, entrambe già azioniste rilevanti di Mediobanca. Tuttavia, la stessa vendita è finita sotto la lente della Procura di Milano, che ha avviato un’indagine ipotizzando il reato di aggiotaggio e sta esaminando la trasparenza dell’operazione. Anche la Commissione Europea avrebbe aperto un esame per verificare eventuali violazioni delle normative sugli aiuti di Stato concessi in passato a Mps.
Banca Akros, la controllata di Banco BPM, che ha gestito il collocamento del 15% di Mps, ha risposto alle recenti indiscrezioni riguardanti la cessione “La vendita di Siena in Italia scatena l'attenzione dell'Ue dopo che gli investitori globali sono rimasti in disparte, ribadisce con fermezza che il collocamento è stato condotto in modo corretto e trasparente, nel rispetto delle norme e delle prassi che regolano tali operazioni”.
La Procura di Milano aveva avviato un’indagine sulla cessione del 15% di Monte dei Paschi di Siena, avvenuta nel novembre 2024 tramite Banca Akros, per accertare eventuali irregolarità o accordi non dichiarati tra gli acquirenti Banco Bpm, Anima, Delfin e Caltagirone.
Banca Akros ha inoltre smentito alcune affermazioni riportate riguardo a presunti ordini di acquisto ignorati: “Nessun ordine di acquisto correttamente inoltrato è stato ignorato. Questo vale per tutte le centinaia di investitori istituzionali che sono stati invitati e hanno partecipato all’offerta”.
Dal punto di vista industriale, l’acquisizione di Mediobanca permetterebbe a Mps di rafforzare la propria posizione nei settori del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dell’investment banking, aree di competenza di Mediobanca.
Attualmente la Borsa mantiene un atteggiamento prudente: il concambio proposto incorpora uno sconto del 7,3% rispetto al valore di mercato di Mediobanca. Per annullare questo sconto, Monte Paschi dovrebbe offrire oltre 1,2 miliardi in contanti, a cui andrebbero aggiunti altri 2,5 miliardi per inserire un premio del 15%. Finora Mps ha escluso un rilancio, pur avendo una solida posizione di capitale con un Cet1 al 19,6%, che potrebbe lasciare margini di manovra in tal senso.
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