19 Aprile 2025
Ops UniCredit-Bpm, il governo attiva il Golden Power condizionato: il sì con paletti su sportelli, governance e Russia; Andrea Orcel replica: "Prescrizioni poco chiare". Le imposizioni del governo tramite il Golden Power "sono ritenute necessarie per tutelare interessi strategici nazionali". Lo ha annunciato Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri di venerdì 18 aprile. Nella nota ufficiale si specifica che i poteri speciali sono stati attivati "nella forma dell’imposizione di specifiche prescrizioni", senza tuttavia giungere a un veto formale sull’operazione.
Le condizioni imposte riguardano in particolare la struttura territoriale della banca risultante dalla fusione, con il divieto di razionalizzazione degli sportelli in Lombardia e Veneto, la salvaguardia delle sedi operative e il mantenimento di un equilibrio nei meccanismi di governance. Un punto cruciale è inoltre rappresentato dalla presenza di UniCredit in Russia: il governo chiede un’uscita definitiva entro nove mesi, nonostante la banca abbia già ridotto del 94% le attività transfrontaliere e dell’89% i depositi locali, a seguito del conflitto in Ucraina.
La risposta di UniCredit non si è fatta attendere. In una nota diffusa in serata, l’istituto ha confermato di aver ricevuto l’approvazione con prescrizioni, sottolineando però che «il merito delle prescrizioni non è chiaro». La banca guidata da Andrea Orcel ha fatto sapere che si prenderà il tempo necessario per valutarne l’impatto legale e strategico. L’offerta pubblica di scambio, il cui lancio è previsto per il 28 aprile, potrebbe dunque subire modifiche sostanziali o addirittura essere rivista.
L’utilizzo del Golden Power ha generato frizioni all’interno della maggioranza. Forza Italia ha espresso forti riserve, chiedendo di mettere a verbale la propria contrarietà e contestando la base giuridica dello strumento in questo caso. Antonio Tajani ha mantenuto una posizione favorevole all’operazione, a differenza della Lega che ha sostenuto la necessità di un intervento restrittivo, con Matteo Salvini che ha definito UniCredit «non una banca italiana».
Il dossier si intreccia anche con il tema dell’eventuale aggregazione con la tedesca Commerzbank, di cui UniCredit detiene una partecipazione del 29%. Il timore, espresso in ambienti governativi, è che "in caso di fusione il quartier generale del gruppo possa spostarsi in Germania". Al tempo stesso, la fusione con Banco Bpm consentirebbe all’istituto di rafforzare la propria posizione in Italia, passando dal 9% al 15% di quota di mercato, e portando il peso dei ricavi domestici dal 47,9% al 57,8%.
La vicenda ha attirato l’attenzione anche delle istituzioni europee. La Commissione UE ha chiesto chiarimenti sull’uso del Golden Power da parte dell’Italia, in particolare con riferimento all’Ops di UniCredit. Non si esclude che possano nascere tensioni tra Roma e Bruxelles, soprattutto se le prescrizioni italiane dovessero entrare in contrasto con le valutazioni attese dell’Antitrust europeo nei prossimi mesi.
Resta aperta la questione della trasparenza. Diverse voci di mercato chiedono che le prescrizioni vengano rese pubbliche al più presto per evitare incertezza e speculazioni sui titoli coinvolti. L’esito finale dell’operazione dipenderà anche dalla chiarezza delle condizioni e dalla sostenibilità industriale delle richieste poste dal governo.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia