15 Gennaio 2025
Il 2024 si conclude con 423 operazioni nel settore del private equity italiano, segnando il secondo miglior risultato di sempre. Lo rivela l'Osservatorio Pem di Liuc-Business School, realizzato con Aifi e il supporto di partner come Advant Nctm, Deloitte, Equita, Esw Europe, Fondo Italiano d'Investimento sgr e Riello Investimenti sgr. Rispetto al 2023, che aveva registrato 406 deal, il settore è cresciuto del 4%, seppur restando lontano dal record storico del 2022 con 441 operazioni.
Dicembre è stato un mese particolarmente attivo, con 44 investimenti contro i 36 dell'anno precedente (+22%). Tra le operazioni più rilevanti spiccano due acquisizioni di Clessidra sgr, tramite la controllata Impresoft: l’acquisto del 100% di Nuovi Soci e della maggioranza assoluta di Perigeo, entrambe specializzate in informatica. Anche Kyip Capital si è distinta acquisendo il 70% di Errevi System, azienda emiliana attiva in infrastrutture cloud e cybersecurity. Equita, attraverso il fondo Smart Capital-Eltif, ha invece proseguito la costruzione del polo calzaturiero di lusso, acquisendo GT Emme, specializzata in soletti e strisce per calzature di alta gamma.
Nel 2024, il private equity ha confermato il suo ruolo di leva per investire nell’economia reale. “I dati di mercato, vista anche la progressiva normalizzazione dei tassi e i rendimenti attesi elevati, confermano il trend del private equity come opportunità strutturale per investire nell'economia reale del Paese,” afferma Claudio Scardovi, senior partner, private equity & real asset leader di Deloitte. “La valorizzazione, pari a meno della metà del mercato nordamericano, suggerisce una crescita molto importante nel medio periodo per investimenti in imprese eccellenti e relativamente poco costose,” aggiunge.
I fondi internazionali continuano a guardare con interesse l’Italia: oltre il 56% delle operazioni sono state concluse da investitori esteri, il dato più alto mai registrato dall’Osservatorio Pem. Questo conferma l’attrattività delle aziende italiane, in un momento in cui eccellenze industriali possono essere acquistate a prezzi competitivi.
Le operazioni di buy-out hanno dominato il panorama, rappresentando l’81% del totale, con gli add-on (acquisizioni strategiche per aziende già in portafoglio) al 51%. Geograficamente, il Nord Italia si conferma il fulcro dell’attività, con la Lombardia protagonista di quasi un’operazione su tre. Settorialmente, il mercato si è diversificato tra comparti d’eccellenza: dai beni industriali al cleantech, passando per alimentare, informatica e beni di consumo.
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