25 Settembre 2024
Fonte: Imagoeconomica
Unicredit fa ancora parlare di sé dopo il tentativo di acquisizione della banca tedesca Commerzbank: Berlino si è da subito dimostrata contraria al tentativo di takeover, con il cancelliere Olaf Scholz che due giorni fa aveva espresso il suo disappunto per le mosse dell’Ad della banca italiana Andrea Orcel ai giornalisti della Reuters dall’assemblea generale Onu in corso a New York, parlando apertamente di un "attacco ostile di UniCredit contro Commerzbank". Nello stesso giorno, era arrivato un altro annuncio proprio da parte di Unicredit che, con un comunicato, aveva annunciato di essere salita al 21% di Commerzbank. Nel frattempo la reazione dell’Italia alle parole del primo ministro tedesco non si è fatta attendere, con il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ad esprimere la linea del governo Meloni: il leader di Forza Italia e vicepremier si è detto sorpreso dalle parole proferite dal cancelliere Scholz. "In Europa c’è il libero mercato, non capisco perché quando qualcuno viene ad acquistare in Italia si dice che siamo in un sistema europeo moderno del mercato unico, se poi un italiano acquista fuori non è più nel mercato unico", ha detto Tajani, sempre da New York.
"Takeover e attacchi ostili non sono qualcosa di positivo per le banche. Ed è questo il motivo per cui il governo tedesco ha preso una posizione chiara in questa direzione e ha detto molto chiaramente di non ritenere un approccio appropriato in Europa e in Germania quello di cercare aggressivamente di acquistare società, utilizzando metodi ostili senza alcuna forma di cooperazione, di consultazione o di feedback", aveva proseguito sempre nella giornata di ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz. A dispetto di Berlino, però, un’apertura nei confronti di UniCredit è arrivata oggi dalla portavoce per gli Affari economici e finanziari della Commissione europea Veerle Nuyts che, nel commentare quanto lamentato da Scholz, ha spiegato che eventuali restrizioni "alle libertà fondamentali" del mercato dell’Unione europea sono "consentite solo se proporzionate e fondate su interessi legittimi". Si tratta di restrizioni che dipendono da motivi, ha spiegato Nuyts, "esaustivamente elencati nei Trattati, come ragioni di sicurezza pubblica o di politica pubblica, oppure si tratta di ragioni prevalenti nell’interesse generale, come sono state sviluppate dalla Corte europea di Giustizia". Le suddette restrizioni a manovre del genere non possono essere invece "giustificate per motivi puramente economici", ha concluso la portavoce. Anche il ministro Tajani a argomentato ulteriormente quanto ribadito a New York in questi giorni: "Sono iniziative di privati, certamente, ma legittime, quindi non comprendo perché dovrebbe essere un atto ostile quello di un’impresa italiana che acquista nel mercato europeo. Poi ci sono le norme dell’Unione bancaria, ci sono le norme europee, quindi mi pare che Unicredit le abbia rispettate". Nel mente il gruppo italiano non ha alcuna intenzione di rimanere fermo e aspettare che i tedeschi diano il loro benestare all’operazione lanciata su Commerzbank: arriva oggi da Piazza Gae Aulenti un nuovo annuncio, con cui la banca italiana guidata dal Ceo Andrea Orcel comunica di essere salita fino al 21% del capitale della seconda banca teutonica, rendendo contestualmente noto di avere presentato una istanza alla Bce per poter salire fino al 29,9% del gruppo.
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