11 Settembre 2024
Fonte: LaPresse
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta pensando ad un piano ad-hoc per le famiglie da inserire nella Manovra fiscale del 2025, sul quale sta lavorando in questi giorni. L’idea è quella di aumentare le spese che le famiglie con almeno due figli possono portare in detrazione, consentendo così un rimborso delle tasse più robusto una volta effettuata la dichiarazione dei redditi: spese scolastiche, sportive, universitarie, l’affitto dei fuorisede, i trasporti, le collaborazioni domestiche. Allo stesso tempo, si andrebbero a ridurre quelle stesse detrazioni per i contribuenti che non hanno figli. È questa l’ultima idea del Governo Meloni per spingere la natalità, nel tentativo di avviare un’inversione di tendenza che ancora non si è verificata. Anche le misure varate lo scorso anno nella legge di bilancio, come l’incentivo per le lavoratrici con figli e il bonus asilo nido, non hanno prodotto alcun effetto sul calo demografico italiano. Se il 2023 è stato l’anno peggiore di sempre per i nuovi nati (circa 379 mila), il 2024 rischia di registrare un nuovo record in negativo. Stando alle prime evidenze Istat per il primo semestre, i neonati si attestano intorno alle 178 mila unità, cioè un -1,4% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Il calo della natalità non sembra dunque arrestarsi, con problemi consequenziali per il sistema economico, oltre che per la crescita e l’equilibrio della previdenza sociale. Già un anno fa, proprio prima della manovra 2024 il Ministro Giorgetti puntava sul principio "zero tasse per le famiglie che hanno almeno due figli", ma non venne applicato. Ora, di nuovo alla vigilia della legge di bilancio, l’esponente dell’Esecutivo meloniano "vuole aprire un dibattito" su questo tema, anche se al Mef parlano di una semplice "direzione di lavoro" evocata dal ministro, non di una proposta concreta. Eppure, l’ambizione è quella di accantonare 5/6 miliardi di euro in manovra per il pacchetto sulla natalità, una cosa di cui Giorgetti avrebbe già parlato con la premier Giorgia Meloni. I provvedimento potrebbe prevedere inoltre un cambio delle franchigie. Per i redditi che superano i 50 mila euro, infatti, lo scorso anno è stata prevista una soglia che riduce di 260 euro le detrazioni su alcune voci, escluse quelle sanitarie. Anche quest’ultime hanno una franchigia: si può detrarre il 19% per le spese superiori a 129 euro per farmaci, ticket, degenze ospedaliere, prestazioni specialistiche e cure termali. L’idea del ministro è di ridurre queste franchigie per le famiglie con figli e alzarle per i single, che subirebbero anche una contrazione del tetto massimo di spese detraibili. Per trovare le risorse che servono, un’operazione di questo tipo andrebbe realizzata di pari passo con il taglio delle agevolazioni fiscali: se ne censiscono 625 per un valore di 105 miliardi di gettito mancante e andarle a riordinare è molto delicato politicamente, perché vuol dire togliere soldi a determinate categorie.
Attualmente, si può detrarre il 19% sulle spese sostenute per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie per un importo massimo di 800 euro per ciascun alunno. Rientrano in questa voce, anche le spese per gite, assicurazioni, altri contributi finalizzati all'ampliamento dell'offerta formativa. Il 19% vale anche per la frequenza di corsi di laurea e per il canone di affitto per gli studenti fuori sede, fino a un massimo di 2.633 euro. La detrazione è consentita sull’abbonamento al trasporto pubblico con un tetto di 250 euro e sulle polizze assicurative fino a 530 euro. I contributi versati per colf, badanti, babysitter sono deducibili (dal 23% al 43%, in base al reddito) fino a un massimo di 1.549,37 euro. Per i proprietari di casa con un mutuo, si può detrarre il 19% sugli interessi passivi pagati fino a un massimo di 4 mila euro per l'acquisto. Tetti e percentuali che potrebbero mutare, coperture permettendo.
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