27 Ottobre 2023
Nella bozza della Legge di Bilancio 2024, resa disponibile il 24 ottobre, emerge una significativa novità che riguarda la cedolare secca, con la quota per gli affitti brevi alzata al 26%, insieme a nuove regolamentazioni nei rapporti tra il Fisco e gli intermediari. Questa proposta di legge promette di influenzare notevolmente il mercato degli affitti brevi in Italia, portando significativi cambiamenti.
Uno dei punti salienti di questa bozza di legge è l'innalzamento dell'aliquota della cedolare secca per gli affitti brevi dal 21% attuale al 26%. Questo rappresenta un aumento significativo della tassazione su questo tipo di locazioni, che include anche le locazioni turistiche.
Inoltre, si prevede una regolamentazione più precisa degli obblighi di versamento da parte dei portali di intermediazione immobiliare, come ad esempio Airbnb. Questo è un cambiamento importante, soprattutto alla luce di una recente sentenza della IV Sezione del Consiglio di Stato che ha stabilito l'obbligo per Airbnb di riscuotere e versare all'Erario la ritenuta sugli affitti brevi.
Airbnb ha dichiarato la sua intenzione di collaborare con le autorità fiscali e di applicare la normativa europea di riferimento sulla rendicontazione fiscale. Tuttavia, l'azienda sta ancora valutando come rispondere a questa sentenza.
Per riassumere, le prossime novità che entreranno in vigore dal 2024 riguardano principalmente due aspetti:
Va ricordato che la cedolare secca è un regime fiscale opzionale applicabile a locazioni di immobili abitativi operate da persone fisiche al di fuori dell’esercizio dell’impresa. Questo regime sostituisce l'IRPEF, le addizionali regionali e comunali, nonché le imposte di registro e di bollo relative al contratto di locazione. Attualmente, le aliquote sono del 21% per la cedolare secca ordinaria e del 10% per le locazioni a canone concordato.
L'aumento della cedolare secca al 26% a partire dal 1° gennaio 2024 rappresenta un cambiamento significativo nel panorama degli affitti brevi in Italia. Questa mossa mira a frenare il fenomeno delle locazioni turistiche, in particolare nelle grandi città, rendendo meno vantaggiosa la tassazione per chi concede in locazione appartamenti per periodi brevi.
Inoltre, si sta discutendo di una possibile modifica delle regole che consentono di applicare la cedolare secca in caso di affitto per finalità turistiche di un numero massimo di quattro appartamenti all'anno. Superato questo limite, potrebbe scattare l'obbligo di aprire una partita IVA e di passare alla tassazione IRPEF, il che renderebbe meno attraente l'attività di locazione per breve durata.
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