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Stipendi, addio al segreto salariale, si potrà conoscere la busta paga dei colleghi: rischio risarcimento per "gender gap"

Bandito il segreto salariale, da ora si potranno conoscere gli stipendi del colleghi. La normativa contro il gender gap: in caso di retribuzioni discriminatorie i datori di lavoro dovranno risarcire i dipendenti

23 Agosto 2023

Stipendi, addio al segreto salariale, si potrà conoscere la busta paga dei colleghi: rischio risarcimento per "gender gap"

Secondo quanto stabilito dalla direttiva Ue 2023/970, lo stipendio dei propri colleghi non sarà più un segreto. Una decisione che mira ad attenuare le differenze di retribuzione tra uomini e donne, limitando il gender gap fra i sessi, e che l’Italia dovrà attuare entro il 7 giugno del 2026.

In Europa, infatti, le donne guadagnano in media il 13% in meno degli uomini per lo stesso lavoro. Un gap che, in termini pensionistici, si traduce in una differenza di quasi il 30%.

Tale divario, coperto dal segreto salariale, verrà limitato in parte dalla nuova normativa: le aziende europee, con almeno 50 lavoratori, dovranno impegnarsi a rendere trasparente qualsiasi tipo di divario retributivo di genere presente al proprio interno.

Questa normativa fa fede agli strumenti per la valutazione e il confronto dei livelli retributivi, imputando ai sistemi di classificazione professionale una non-neutralità e, al contrario, una effettiva differenza basata sul profilo del genere.

Ciò implicherà che anche le procedure di assunzione e recruiting dovranno essere condotte in modo imparziale e trasparente, al fine di prevenire ed evitare qualsiasi forma di discriminazione, assicurandosi che tutte le persone abbiano le stesse opportunità e che i candidati vengano valutati esclusivamente in base alle proprie competenze e qualifiche.

Inoltre, nei casi vi sia un divario retributivo di genere superiore al 5 per cento, si obbliga l'azienda a intervenire, prevedendo sanzioni pecuniarie per i datori di lavoro. Infatti, qualora il lavoratore ritenga che il principio della parità di retribuzione non sia stato applicato, la legislazione nazionale garantisce, laddove venga confermata la discriminazione retributiva sulla base del genere, “il recupero integrale delle retribuzioni arretrate e dei relativi bonus o pagamenti in natura, il risarcimento per le opportunità perse, il danno immateriale, i danni causati da altri fattori pertinenti che possono includere la discriminazione intersezionale, nonché gli interessi di mora”.

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