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Smart working, ipotesi di proroga per i lavoratori fragili. Si valuta possibilità di un ulteriore intervento governativo

Scadenza imminente per lo smart working. La misura, introdotta durante la pandemia di COVID-19, è ora al centro dell'attenzione del ministro del lavoro, Marina Elvira Calderone

05 Giugno 2023

Smart Working

Fonte: imagoeconomica

Sabato 1° luglio segna la scadenza del diritto allo smart working per i lavoratori più vulnerabili, sia nel settore pubblico che privato, nonché per i genitori con figli fino ai 14 anni nel settore privato. La misura, introdotta durante la pandemia di COVID-19, è ora al centro dell'attenzione del ministro del lavoro, Marina Elvira Calderone, mentre si valuta la possibilità di un ulteriore intervento governativo.

Smart working: ipotesi di proroga per i lavoratori fragili. Ecco cosa succede dopo il 1 luglio

Finanziata fino a febbraio grazie a un budget di 16 milioni di euro, la proroga dello smart working potrebbe richiedere un nuovo investimento da parte del governo. Per i genitori con figli minori di 14 anni, il diritto allo smart working è terminato già lo scorso dicembre, ma è garantito solo se l'altro genitore non beneficia di altre forme di sostegno al reddito. A meno di ulteriori decisioni, i lavoratori dovranno tornare a lavorare in presenza. Tuttavia, molte aziende hanno già regolamentato il lavoro agile, consentendo ai lavoratori fragili e ai genitori con figli minori di 14 anni di continuare con lo smart working. Senza nuovi interventi governativi, a partire dal 1° luglio, il lavoro agile sarà regolato esclusivamente da accordi individuali tra datore di lavoro e lavoratore, in conformità alla legge 81/2017 e al protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile.
 
Tuttavia, non è esclusa una nuova valutazione da parte del governo, in particolare considerando che anche dopo la scadenza dell'ultima proroga alla fine del 2022, il governo aveva rinnovato la regolamentazione dello smart working per le categorie fragili solo nel successivo febbraio 2023.
 
Resta comunque l'indicazione dell'articolo 18 della legge 81 del 2017 e del decreto legislativo 105 del 2022 (articolo 4, lettera b), che stabilisce che i datori di lavoro devono dare priorità alle richieste avanzate dai lavoratori con figli fino a 12 anni, con figli con disabilità, caregiver o lavoratori con disabilità grave accertata. Ciò significa che se queste categorie desiderano usufruire dello smart working, non possono essere sanzionate, demansionate, licenziate, trasferite o soggette ad altre misure organizzative che potrebbero influire negativamente sulle loro condizioni di lavoro.

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