28 Maggio 2023
Carovita, 10 mld di euro di potere d'acquisto rischiano di andare in fumo nei prossimi 3 anni
Da qui al 2025, in Italia il tasso di inflazione non scenderà al di sotto la soglia del 2%. È questa, in particolare, la previsione sul carovita della Confesercenti nel lanciare, di conseguenza, l'allarme sulla perdita del potere d'acquisto da parte delle famiglie italiane.
Con conseguenti ripercussioni non solo sui consumi, ma anche sui vantaggi della riforma fiscale del Governo in arrivo che potrebbero essere del tutto depotenziati. In particolare, secondo la Confesercenti da qui a tre anni ben 10 miliardi di euro di potere d'acquisto rischiano di andare in fumo proprio a causa dell'aumento dei prezzi.
Secondo l'associazione degli esercenti, quindi, per i prossimi anni, in Italia e non solo, dovremo abituarci a convivere con un'inflazione più alta. Precisamente, la Confesercenti prevede per il 2023 un carovita a +5,7%. Poi un'inflazione a +3,8% nel 2024, ed in discesa a +2,8% nel 2025. Solo nel 2026 l'aumento dei prezzi dovrebbe attestarsi in ulteriore discesa a +2%, ovverosia sul valore target che è stato fissato, tra l'altro, dalla Banca centrale europea (Bce) nel prendere periodicamente le decisioni in materia di politica monetaria.
La corsa dei prezzi, come sopra accennato, avrà ripercussioni pesanti in termini di perdita del potere d'acquisto. E questo perché, ha altresì rilevato la Confesercenti, nel quadriennio 2016-2019 in Italia l'erosione del potere d'acquisto causata dall'inflazione si era attestata in media all'1,5%. Mentre per il periodo 2022-2025 la stima di perdita del potere d'acquisto balza al 16% del reddito disponibile da parte delle famiglie italiane.
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