20 Dicembre 2022
Sul Pos si sa, ha vinto l'Europa. L'eliminazione dell'obbligo avrebbe messo in crisi i patti già stipulati con le riforme del PNRR volute da Mario Draghi e, comunque, l'innalzamento della soglia a 60 euro non avrebbe tolto il nodo delle commissioni. Ma il MEF ha elaborato il nuovo emendamento che introduce il "contributo di solidarietà", una sorta di tassa pagata dalle banche e volta ad abbassare le commissioni per gli esercenti. È il massimo che Giorgetti e Meloni sono riusciti a fare.
Allo stesso tempo il Governo non può ordinare che le commissioni non vengano applicate, ma indiscrezioni sulla manovra estenuante che ha costretto la commissione bilancio a lavorare fino all'alba del 20 dicembre pare che possa includere anche un emendamento che introduca la tassazione sulle banche attraverso il "contributo di solidarietà" per coloro che applicano forti commissioni. Una sorta di "incentivo" rivolto alle banche per detassare i pagamenti effettuati col Pos. Del resto Giorgia Meloni lo aveva promesso: "Ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni". Stava in effetti preannunciando il dietrofront sulla cancellazione delle multe per il mancato utilizzo del Pos sotto i 60 euro, una decisione che, chi la conosce, racconta di aver preso in aereo: "Troppo pericoloso".
E adesso la Meloni pare abbia trovato come soluzione quella di inasprire anche i conti per le banche. L'emendamento è stato elaborato direttamente dal MEF per confluire nella legge di Bilancio all’esame del Parlamento: saranno le banche, attraverso un contributo di solidarietà, ad abbassare i costi delle commissioni sui pagamenti processati dai piccoli commercianti. Abbassare, non cancellare.
Se poi qualche banca volesse addirittura essere così generosa da cancellare le commissioni in piena autonomia, potrebbe comunque farlo, s'intende. Ma "il contributo di solidarietà è rivolto sì alle banche, ma a beneficio di alcuni esercenti definiti. Si parla di negozi, artigiani, professionisti con ricavi e compensi fino a 400 mila euro. Un altro paletto, quello del valore delle transazioni, limita l’applicazione dello sconto sulle commissioni ai micropagamenti fino a 30 euro. Le ragioni sono economiche perché, spiegano fonti di governo, le grandi catene di distribuzione hanno accordi più vantaggiosi con le banche; ma guardano anche all’obiettivo politico, trasversale a tutti i partiti della maggioranza: aiutare i piccoli esercenti. Un segnale obbligato dopo lo stop subito da Bruxelles alla norma sul Pos inserita nella prima versione della manovra, che prevedeva una soglia di esenzione fissata a 60 euro, e che ora si appresta a essere cancellata nel passaggio a Montecitorio.
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