16 Dicembre 2022
La sfida del gas coinvolge tutte le economie europee, ma in particolare quelle più dipendenti dal gas naturale: Germania e Italia. Una sfida di capitale importanza, visto che da essa dipende non solo qualsiasi prospettiva di crescita dei due paesi, ma anche la possibilità stessa di assicurare i nostri servizi. E la stiamo perdendo: mentre l'Italia è riuscita a prendersi a stento due rigassificatori (altri due esistono solo sulla carta e nei progetti fantasiosi), la Germania se ne è assicurati già cinque, di cui uno già entrato in funzione, e con un potenziale sesto in arrivo.
Perché stiamo perdendo in modo così netto la sfida per l'indipendenza energetica? In fondo, non soffriamo meno dei tedeschi per le devastanti conseguenze economiche della guerra in Ucraina e il conseguente "ricatto" russo sul gas. Eppure, la Germania ha fatto approvare d'urgenza tutti e cinque i suoi rigassificatori (e progetta di introdurne un sesto) mentre in Italia quello di Piombino è al centro di una ancora accesissima disputa politica.
I rigassificatori Golar sono navi in grado di trasformare il gas naturale liquido in materiale adatto a soddisfare il nostro fabbisogno energetico. Si stima che il solo rigassificatore progettato per essere stanziato a Piombino soddisferebbe un quinto del gas che in precedenza veniva importato dai russi. Perché l'Italia non si è ancora resa conto che la partita per il gas è un problema esistenziale per il paese e il suo futuro?
In parte, l'Italia è in una condizione leggermente più "rilassata" della Germania, perché gode di importazioni dall'Algeria, Libia e Azerbaijan (accordo in funzione del quale sono stati sacrificati i poveri armeni...), mentre la Germania importa solo dalla Norvegia. Tuttavia vi è anche una concezione chiara del fatto che le problematiche di scala nazionale vadano oltre a quelle locali, mentre in Italia una simile mentalità è impossibile: si pensi alla polemica senza fine causata dalla presenza del detto rigassificatore nel "porto turistico" di Piombino...
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