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Inflazione, in Italia a marzo 2022 altro aumento: +6,5% rispetto a 2021

L'Istat ha rivisto il calcolo preliminare dell'aumento dei prezzi al consumo: una prima previsione calcolava un aumento per marzo del 6,7% su base annua

15 Aprile 2022

spesa

Nuovo aumento dell'inflazione in Italia a marzo 2022: +6,5% rispetto al 2021. Altra stangata per i consumi delle famiglie italiane, costrette a fare i conti con un aumento generalizzato dei prezzi al consumo. L'Istat ha calcolato che l'aumento rispetto al mese precedente, febbraio, è stato dell'1%. Aumento ancora più sostenuto se si considera l'inflazione su base annua, anche se in questo caso l'Istituto nazionale di statistica ha rivisto al ribasso le prime stime: da un 6,7% preliminare a un 6.5% come dato consolidato. Poco da gioire comunque, perché la forbice rispetto all'anno scorso è ulteriormente aumentata: se a febbraio l'aumento rispetto al 2021 era stato del 5.7%, adesso si è passati, come scritto, al 6,5%. E i portafogli degli italiani piangono. 

Inflazione, in Italia a marzo 2022 altro aumento

Per la precisione, e per capire la portata delle ripercussioni sui cittadini, le associazioni dei consumatori calcolano che in base ai numeri Istat le maggiori spese si aggirano sui 2500 euro per famiglia, più di 200 euro al mese di aggravio. Dati ancora più negativi se si considera che questo aumento non ha le stesse dimensioni in tutta la Penisola: la crescita dei prezzi è più elevata al Sud e nelle Isole, le parti più povere e già in partenza con meno potere d'acquisto. 

La città con il maggiore tasso di inflazione è Catania con l'8,1%. A seguire Bolzano (7,8%) e un'altra città siciliana, Messina (7,7%). Dove l'aumento dei prezzi è stato meno evidente, invece, è stato a Torino (5,6%) e Reggio Emilia (5,3%). L'analisi ha riguardato i capoluoghi di regione e delle province autonome e le città con più di 150mila abitanti. Nel Sud (+6,7%), nelle Isole (+7,5%) e nel Nord-Est (+6,7%) gli aumenti sopra la media nazionale

Inflazione, in Italia +6,5% rispetto al 2021

A trainare la crescita generale, come prevedibile, sono i beni energetici (+50,9%), ma anche quelli alimentari, sia lavorati (+3,9%) che non lavorati (+8,0%). Rialzi che si riflettono sui bilanci familiari: il Codacons calcola un aumento della spesa di 2mila euro a famiglia mentre l'Unione nazionale consumatori prevede che i rincari raggiungeranno 2.577 euro per le famiglie più numerose, in particolare le coppie con tre figli. 

Sulla stessa linea i commenti dei rappresentanti delle principali associazioni dei consumatori: secondo Massimo Dona (Unc) "il governo deve ridurre ulteriormente le accise e prolungare i provvedimenti già adottati oltre il 2 maggio", per Carlo Rienzi (Codacons) ""il caro-prezzi si farà sentire anche sulla Pasqua, con le famiglie che dovranno mettere in conto una maggiore spesa di oltre 100 milioni solo per l'acquisto dei generi alimentari". 

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