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Lagarde (Presidente Bce): "L'inflazione potrebbe superare il 7% nel 2022"

La Presidente della Bce (Banca Centrale Europea) prevede tempi bui per l'inflazione nell'Unione Europea: "Potrebbe superare il 7% nel 2022"

17 Marzo 2022

Christine Lagarde

Christine Lagarde (fonte: Lapresse)

La presidente della Bce Christine Lagarde prevede una crescita non indifferente dell'inflazione nel corso del 2022. Durante un intervento pubblico ha infatti dichiarato: "Le ultime proiezioni di base dello staff della Bce - che includono una prima valutazione dell'impatto della guerra - vedono l'inflazione, in media, al 5,1% quest'anno". Ma ha aggiunto poi: "In uno scenario più severo, l'inflazione potrebbe superare il 7% nel 2022". 

Lagarde, le sue dichiarazioni sull'inflazione

Le parole della numero uno della Banca Centrale Europea lasciano dunque presagire un forte rialzo dei prezzi durante tutto il 2022. Intervenuta nel corso dell'incontro "The ECB and Its Watchers XXII" Lagarde ha sottolineato che i rincari sono dovuti, come noto, allo scoppio del conflitto ucraino. Una guerra che "pone rischi significativi per la crescita, in particolare a breve termine". L'innesco necessario per portare l'inflazione a livelli indesiderati: Lagarde sottolinea che potremmo far fronte a una "depressione" e a un conseguente ritorno alla normalità più lento.

Ma la Bce, per bocca della sua presidente, ha già annunciato che si muoverà: "L'aggiustamento dei tassi d'interesse chiave della Bce avrà luogo qualche tempo dopo la fine degli acquisti netti. Questo mantiene la nostra logica tradizionale di sequenzialità, ma ci dà anche spazio extra se necessario, dopo aver smesso di acquistare obbligazioni e prima di fare il prossimo passo verso la normalizzazione". Una mossa che, stando alle sue parole, dovrebbe essere a prova di futuri shock di domanda o offerta, sebbene questo solo il tempo potrà dirlo.

Conclude poi annunciando che la Bce è pronta a rivedere le proprie strategie qualora dovessero andare contro gli obiettivi di crescita prefissati: "In questo modo, manteniamo aperta l'opzione di prendere qualsiasi misura necessaria se le conseguenze economiche della guerra dovessero aggravarsi e soffocare l'attuale percorso di ripresa". Dopo i problemi derivati dal Covid dunque l'economia mondiale si preannuncia in lotta aperta contro un nuovo nemico: lo shock da offerta ucraino.

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