06 Marzo 2022
fonte: Facebook @Bain & Company
Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina travolge anche le principali società di consulenza, che in questi giorni hanno deciso di unirsi alla grande fuga di aziende da Mosca. Nelle ultime ore, Accenture, McKinsey e BCG hanno infatti annunciato una loro totale o parziale sospensione delle attività sul suolo russo, mentre altri grandi nomi del settore come Deloitte stanno al momento rivedendo la loro presenza in Russia. A questi si dovrebbe aggiungere anche Bain & Company, che però già dal 2020 ha come politica quella di non lavorare per il governo russo a nessun livello, sia esso centrale, statale o dipartimentale. Le decisioni delle società si aggiungono agli addii di altre importanti aziende e multinazionali che hanno abbandonato il paese, come Volkswagen, ArcelorMittal e IKEA.
Gli annunci delle tre società di consulenza sono arrivati nelle giornata di giovedì 3 marzo. Accenture ha dichiarato che avrebbe interrotto completamente la propria attività in Russia, pur continuando a "fornire supporto" ai 2.300 dipendenti rimasti nel paese. Fonti informate sulla vicenda hanno affermato che il personale della società aveva già ricevuto un preavviso che avrebbe ricevuto del "generosi" trattamenti di fine rapporto da parte dell'azienda.
Nello stesso giorno, McKinsey & Company ha invece annunciato l'immediata cessazione di ogni tipo di rapporto con le entità statali russe, sospendendo in toto la propria presenza nel paese una volta che tutti gli altri progetti in corso saranno terminati. Dichiarazioni simili anche da parte di BCG, che sempre giovedì ha annunciato la sospensione del proprio lavoro in Russia, pur continuando a mantenere il personale di stanza li. A questi ultimi verrà offerta la possibilità di trasferirsi a lavorare al di fuori dei confini russi o in alternativa di lavorare su progetti interni o per clienti non russi.
In una nota diretta al personale, l'amministratore delegato di BCG Christoph Schweizer ha spiegato che: "Pur onorando i nostri obblighi contrattuali, abbiamo già iniziato a ridurre il lavoro ove possibile", precisando che "Non prenderemo in carico nessun nuovo lavoro". Sia BCG che McKinsey possono contare in Russia su circa 400 dipendenti ciascuna. Nei giorni immediatamente successivi all'invasione dell'Ucraina, le due società avevano dichiarato che non avrebbero più lavorato per enti governativi russi, ma successivamente la loro posizione si è fatta più drastica, anche a seguito dell'inasprirsi del conflitto e delle sanzioni contro Mosca.
In un'intervista rilasciata la scorsa settimana, il Global Managing Partner di Bain & Company Manny Maceda aveva condannato l'invasione russa dell'Ucraina, specificando inoltre che già dal 2020 la politica dell'azienda è quella "di non lavorare per il governo russo a nessun livello – centrale, statale o dipartimentale – e anche di non lavorare con aziende facenti parte di specifici settori come quelli militari e dell'intelligence". Al momento però, non è stata ancora confermata la sospensione delle attività di Bain sul suolo russo.
Nel frattempo le altre società di consulenza presenti nel paese restano alla finestra in attesa di capire come evolverà la situazione. Già mercoledì però, Deloitte era stata la prima delle cosiddette Big Four a dire che stava rivedendo la sua presenza in Russia. Una fonte interna di un'altra società di consulenza ha tuttavia affermato che potrebbero volerci settimane, o addirittura mesi, prima che possa recidere i suoi legami con il proprio partner russo.
Le Big Four, che sono strutturate come alleanze globali di singole aziende nazionali, sono al momento alle prese con gli aspetti pratici del disaccoppiamento dai loro partner russi associati. Alcuni dei gruppi hanno infatti riscontrato problemi contrattuali e legali che stanno ritardando la loro capacità di rimuovere i loro partner di Mosca dalle alleanze globali. Le società sono inoltre preoccupate per la gestione delle uscite dal paese e soprattutto sulla sicurezza del proprio personale che rimarrà in Russia.
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