24 Febbraio 2022
È scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina, le conseguenze per l’Italia saranno diverse e soprattutto economiche. I mercati finanziari sono sempre più incerti. Fra Mosca e il nostro Paese c'è inoltre uno scambio commerciale di ben 20 miliardi di euro. Da non dimenticare poi il problema del rifornimento di gas. L’Italia riceve infatti circa il 40 per cento del proprio gas naturale dalla Russia.
Tuttavia le conseguenze della guerra e i possibili futuri scenari non sono univoci. Non lo sono per i Paesi direttamente coinvolti né per il resto dell'Europa. Una cosa è tuttavia ormai certa. Il ritorno alla normalità dopo giorni di tensioni è escluso. I rapporti fra Russia e Ucraina e, di riflesso, quelli fra i governi occidentali e la Russia non si distenderanno a breve.
L'attacco è partito. Ormai non si torna indietro. Il presidente russo Vladimir Putin ha organizzato la più grande mobilitazione militare in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. Mosca ha spostato 190 mila soldati a ridosso dei confini dell’Ucraina, su un esercito attivo di mezzo milione.
Le conseguenze per l'Italia della guerra Russia-Ucraina potrebbero essere davvero devastanti per la nostra economia. I punti principali riguardano i mercati finanziari, i rifornimenti di gas e petrolio e gli scambi commerciali in generale. Il nostro Paese è la terza economia dell’Unione europea in termini di fatturati dell’export verso la Russia. Peraltro è la decima nel mondo.
Dopo lo scoppio della guerra, le prime conseguenze in Europa si sono subito fatte vedere con un crollo dei listini Ue. Il prezzo del petrolio è balzato oltre i 100 dollari. Gas, grano e alluminio sono schizzati in alto.
I primi effetti della guerra Russia-Ucraina sull'Italia riguarderanno il prezzo e i rifornimenti di gas. La Russia contribuisce infatti a circa la metà delle importazioni estere verso l’Unione Europea. In particolare il nostro Paese riceve circa il 40 per cento del proprio gas naturale dalla Russia.
"È dalla metà del 2021 - ricorda l’Ispi, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale - che le forniture di gas russe verso l’Europa sono più basse rispetto alle attese (-25% in media, addirittura -40% a gennaio). Anche per questo i prezzi spot del gas naturale in Europa in un anno sono quasi quintuplicati”, generando il fenomeno chiamato “caro-bollette”.
L'Italia dipende molto dalle importazioni da Mosca. Inoltre non è l'unico Paese ad importare gas dalla Russia. Questo vuol dire che l'Europa potrebbe doversi riorganizzare per ricevere i rifornimenti. L’Ispi ha creato una classifica per confrontare la vulnerabilità degli Stati europei dalla Russia. Nell'elenco l’Italia risulta al sesto posto a pari merito con l’Austria.
Dopo l'attacco del 24 febbraio, anche il prezzo del petrolio ha subito una drastica impennata. Si è superata la soglia dei 100 dollari al barile e ora il costo si spinge fino a quota 104 dollari.
Le sanzioni che potrebbero innescarsi in questi giorni a causa dello scoppio della guerra, potrebbero fermare gran parte degli scambi che avvengono con la Russia. Nel 2020 l’Italia ha venduto prodotti e servizi in Russia per 10 miliardi di dollari, come rivela Trading Economics. Si tratta soprattutto di macchinari industriali (tra cui reattori nucleari), apparecchi elettrici o elettronici, prodotti di moda e farmaci.
A causa delle sanzioni contro la Russia, l’export italiano potrebbe subire forti contraccolpi. Non sarebbe peraltro la prima volta. Il "made in Italy" verso Mosca valeva oltre 14 miliardi di dollari nel 2013. Nel 2016 però si era dimezzato a causa delle misure prese dall’Unione europea per l’annessione della Crimea.
A subire una significativa variazione dei prezzi è anche il settore agroalimentare. Si sono impennati i prezzi dei cereali e il costo del grano, di cui Kiev è uno dei principali paesi produttori ed esportatori, che è salito del 5,90%.
Sono aumentati anche la soia (+2,87%), il mais (+5,47%) e l'avena (+4,81%). Sono in rialzo anche l'argento sopra i 25 dollari l'oncia (+2%) e il platino a 1.105 dollari (+1%). Le quotazioni dell'alluminio hanno superato il picco del 2008 e si sono avvicinate alla soglia di 3.400 dollari a tonnellata arrivando a 3.388 dollari.
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