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PageGroup, Mainini: “Information Technology, Healthcare e Life Sciences e Green i settori in crescita”

“Abbiamo una IT Academy per giovani e li abbiamo formati per il mondo del lavoro” afferma a Il Giornale d’Italia il Senior Managing Director Italy & Turkey del Gruppo

02 Giugno 2021

PageGroup, Mainini: “Information Technology, Healthcare e Life Sciences e Green i mercati professionali che ricercano di più”

Come è cambiato il mercato del lavoro in questo periodo di chiusura e di reimpostazione dei canoni per gli sbocchi professionali? Tomaso Mainini Senior Managing Director Italy & Turkey di PageGroup, spiega a Il Giornale D’Italia come è mutato il settore e quali figure professionali oggi sono più richieste. 

PageGroup, Mainini: “Information Technology, Healthcare e Life Sciences e Green i mercati professionali che ricercano di più”

“Il bilancio del mercato del lavoro di questi ultimi anni è sicuramente altalenante, afferma a Il Giornale d’Italia Tomaso Mainini Senior Managing Director Italy & Turkey PageGroup - legato principalmente al 2020 che con la pandemia chiaramente ha avuto dei risultati negativi molto impattanti sul mercato del lavoro. Il 2019 è stato un anno record per quanto riguarda la ricerca e selezione del personale e in particolare per la seniority dei professionisti di cui ci occupiamo come PageGroup, quindi quella di middle e top management. Dopo questo 2019 ricco di grandi successi non solo per noi, ma in generale per il mercato del lavoro italiano, abbiamo sofferto soprattutto nei mesi di marzo-aprile-maggio 2020 e poi piano piano abbiamo visto un primo segnale di timida ripresa con l’ultimo quarter dell’anno dove il trend è tornato positivo. Il 2021 è cominciato positivamente rispetto al 2020, anche se il nostro benchmark non è più il 2020 ma il 2019, che come ho citato prima, è stato l’anno record per quanto riguarda le performance del nostro Gruppo. Devo dire che dall’inizio dell’anno ad oggi, rispetto al 2019, abbiamo effettuato lo stesso numero di ricerche sul mercato del lavoro per la fascia di middle e top management, ed è da sottolineare il trend che continua ad essere favorevole e che ci auspichiamo possa continuare ad esserlo nel periodo estivo. Quindi un inizio più timido per il mese di gennaio e febbraio, mese record per marzo e una conferma per il mese di aprile. Questo trend non è esclusivamente legato al mercato italiano; essendo noi una multinazionale presente in 36 paesi nel mondo abbiamo registrato il miglior mese di sempre anche nella altre country, ad eccezione di alcune aree come ad esempio il  Sudamerica che soffre di più rispetto al mercato europeo, il trend che vediamo in generale si conferma estremamente positivo”. 

Come è cambiato il vostro lavoro anche con questi numeri record?

“Il nostro lavoro è cambiato da diversi punti di vista, a partire dalla presenza fisica. Chiaramente noi come quasi tutte le aziende ci siamo trovati a gestire la nostra attività da remoto. Come PageGroup avevamo già promosso  e implementato al nostro interno la flexibility, in quanto alcune delle nostre persone già lavoravano da remoto secondo necessità, anche più giorni alla settimana. Quindi quando è arrivata la pandemia, diverse nostre persone e in generale la nostra azienda, sia da un punto di vista tecnologico e di organizzazione, erano già pronte ad affrontare un approccio al mercato diverso da quello precedente, anche in tema di team management, ovvero nella gestione delle persone che lavorano da casa e non fisicamente in azienda. Questo ha cambiato non solo il nostro settore ma tutto il mercato del lavoro. Ci siamo impegnati molto nel supportare le nostre aziende partner, in particolare quelle che non erano ancora pronte a gestire la loro attività da remoto, con training, webinar e consulenze personalizzate nella gestione delle risorse da remoto, e devo dire, che la maggior parte delle aziende, è riuscita ad adattarsi velocemente alla nuova realtà, senza grosse difficoltà e ad oggi sono assolutamente in grado di gestire efficacemente la propria attività anche da remoto. La pandemia ci auguriamo che possa finire il prima possibile, ma il nostro modo di lavorare sarà diverso rispetto a quello del 2019-2018. La pandemia ha accelerato un processo di cambiamento e ed ad oggi le aziende sono molto più pronte a lavorare con un approccio più flessibile nei confronti dei dipendenti”.

Quali sono i profili professionali più ricercati ora?

“Parlerei dei settori e poi più nello specifico dei profili. Il settore che è nettamente cresciuto, già negli anni precedenti, ma continuerà a farlo anche dopo la pandemia e nei prossimi anni, è il business dell’Information Technology. Tutte le aziende si stanno attrezzando per dare flessibilità ai dipendenti e lavorare da remoto, stanno investendo in tecnologia e innovazione, oltre che in piattaforme digitali e cloud. In ragion di questo il mercato dell’Information Technology è in fermento, ed ha subito una vera e propria impennata. Come abbiamo gestito come PageGroup questa richiesta fortissima del mercato? Il settore del recruitment è in forte crescita, in particolare il business legato all’Information Technology, relativamente al quale anche noi stiamo investendo molto, soprattutto nell’ottica di una visione strategica a lungo termine, a partire dalle competenze. Per questo abbiamo creato una IT Academy interna, assumendo 20 giovani neolaureati o con meno di 12 mesi di esperienza offrendo loro un’opportunità formativa in un settore di potenziale.  Li formiamo non solo per quanto concerne le competenze nel mondo del recruitment, come normalmente facciamo con tutte le nostre risorse, ma anche su competenze a livello tecnologico. Questa IT Academy si compone di due moduli: durante i primi tre mesi la formazione si è concentrata sullo sviluppo di  competenze di recruitment applicate al settore tecnologico grazie all’affiancamento di personale interno, mentre la seconda parte del training verrà gestita da un formatore esterno con competenze specifiche in ambito Information Technology.
Ripeteremo questa positiva esperienza entro la fine dell’anno, in modo da continuare ad investire in formazione con l’obiettivo di  soddisfare le esigenze dei nostri nel reclutare i profili altamente specializzati, di difficile reperimento sul mercato.
L’Information  Technology è ad oggi una delle aree più dinamiche. Il secondo mercato che è cresciuto tantissimo, confermando un trend di crescita precedente,  è il mercato del Healthcare e Life Sciences, quindi tutto ciò che include pharma, healthcare, cura della persona,  ed anche qui noi abbiamo rafforzato la struttura".

"Infine il settore del green e della sostenibilità è particolarmente dinamico in questa fase, ci sono tantissime aziende infatti che stanno andando verso il concetto di sostenibilità. Noi come PageGroup siamo carbon neutral, con l’obiettivo di divenire presto Carbon zero.  Abbiamo un progetto di sostenibilità che prevede un impegno nel ridurre l’impatto ambientale sul posto di lavoro, in ufficio e in remote working, sostenendo progetti green come ad esempio ad esempio mettere a dimora piante in una foresta in Africa in modo da compensare l’inquinamento che produciamo, che è sempre minore, con un supporto a quello che è l’ambiente. Molte aziende stanno andando in questa direzione e sono nate anche nuove realtà, nuove start up che supportano aziende multinazionali nel perseguire questo valore condiviso. Con lo smart working, l’approccio alle video interviste, le video call chiaramente la parte di inquinamento negli ultimi anni ha avuto negli ultimi anni un’inversione di tendenza e abbiamo ottenuto risultati migliori".

Per la situazione lavorativa a livello governativo, cosa si può far meglio?

“Noi come PageGroup gestendo un segmento di mercato del lavoro che si posiziona sulla fascia medio-alta di middle e top management,  e penso che lo sblocco dei licenziamenti non possa significare un cambiamento di rotta rispetto a quello che abbiamo fatto fino ad oggi, quindi a livello di Page la nostra posizione è completamente neutra. A livello personale ritengo che il mondo del lavoro debba andare verso una flessibilità, che ci aiuta a stare su un mercato che non è più solo un mercato italiano ma internazionale, quindi personalmente auspico un mercato del lavoro dove ci sia sempre più flessibilità, con il totale rispetto delle regole.”

 

PageGroup: Professionisti europei fiduciosi delle proprie skill grazie alla formazione

Nonostante l’enorme impatto della pandemia sul lavoro, i professionisti europei non hanno smesso di pensare a carriera e competenze. PageGroup, società leader mondiale nel recruitment con i Brand Page Executive, Michael Page e Page Personnel, ha condotto un sondaggio intervistando oltre 6.100 professionisti in Europa, analizzando le opinioni sullo sviluppo professionale nel 2021.

Dalla ricerca emerge un disallineamento tra il livello di competenza percepito dai partecipanti e il loro effettivo collocamento in azienda, con il 98% dei professionisti che ritiene di avere le competenze necessarie al mercato odierno, nonostante il 50% di loro sia al momento in stato di disoccupazione.

Dai dati della ricerca però, si evince di come ben il 56% delle aziende abbiano aperto practice di training e formazioni per i propri dipendenti nel corso dell’ultimo anno, e di come le differenti restrizioni e lockdown abbiano portato un outlook positivo sulla formazione autonoma dei professionisti, con il 41% degli intervistati che ha partecipato almeno ad un webinar ed il 50% degli stessi che ha svolto almeno un corso di aggiornamento dall’inizio della pandemia.

In generale, i professionisti si ritengono in grado di riconoscere le proprie lacune riflettendo sulla propria carriera (81%) oppure confrontando il proprio skillset con le offerte di lavoro (39%) o sui professional social network (22%).

Quando scelgono di ricorrere a un corso di formazione, è soprattutto per migliorare le competenze attuali (65%) e svilupparne di nuove inerenti al proprio ruolo (53%). Anche se il 37% dei partecipanti ambiva a prepararsi per ruoli futuri, emerge una certa soddisfazione per il proprio settore: solo il 21% del campione ha scelto di apprendere nuove competenze con l’intendimento specifico di cambiare attività.

Una volta concluso un percorso, i professionisti tendono a condividere questo traguardo aggiornando il proprio curriculum vitae (51%) o pubblicandolo sui social media (30%). Tuttavia, PageGroup rivela un cluster di riservatezza: solo il 17% degli intervistati ha comunicato al proprio capo di avere svolto un corso di formazione, e appena il 10% l’ha condiviso con l’ufficio Risorse Umane. Sorprende la presenza di un 26% che preferisce non far sapere agli altri del proprio arricchimento professionale.

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