Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Italiani sempre più poveri e con meno lavoro: nel 2020 persi 400.000 posti

Dimezzato il reddito famigliare per il 36% degli autonomi e si accentuano le difficoltà della classe media

13 Maggio 2021

Italiani sempre più poveri e con meno lavoro: nel 2020 persi 400.000 posti

Gli italiani sono sempre più poveri. A dirlo i dati di Banca d’Italia riportati dal presidente Eurispes Gian Maria Fara. "Secondo i dati di banca d'Italia già nei primi mesi di emergenza sanitaria la metà delle famiglie italiane ha subito una riduzione nel reddito famigliare di circa il 15%. La situazione è particolarmente allarmante tra i lavoratori indipendenti: quasi l'80% ha subìto un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare. Mentre l’Istat segnala per il 2020 la perdita di 440.000 posti di lavoro".

Italiani sempre più poveri già prima della pandemia: erano 4,6 milioni i poveri assoluti, oggi sono certamente di più

Una situazione drammatica, già cominciata, tuttavia, prima del Covid. "Le statistiche ufficiali parlano di 4,6 milioni di poveri assoluti nell’Italia pre-Covid, un numero certamente inferiore alla realtà. Di appartenenti ad un ceto medio che arranca, anche se difficilmente identificabili. Già prima della pandemia il nostro Paese soffriva le conseguenze del ristagno dell’economia e dell’inasprimento delle disuguaglianze sociali. L’Italia risulta ai primi posti in Europa per livelli di disuguaglianza di reddito, e si segnala per la bassissima mobilità sociale" ha concluso il presidente Eurispes.

Italiani sempre più poveri e con meno lavoro: sempre troppo alti morti e infortuni professionali

Non solo una situazione difficile per quanto riguarda la possibilità di lavorare ma, anche, di farlo in sicurezza. Per quanto concerne le morti sul lavoro, i più colpiti sono gli uomini: su 461 decessi registrati al 31 gennaio 2021 le donne sono 79, ossia il 17,1% dei casi. Discorso simile per gli infortuni: 74% gli uomini, 36% le donne. In controtendenza invece la situazione inerente ai contagi da covid sul luogo di lavoro: su 147.875 denunce pervenute all’Inail alla data del 31 gennaio del 2021, infatti, ben 102.942 provengono da donne che hanno subìto una qualche forma di contagio professionale, ossia circa 70 contagi professionali ogni 100, in termini relativi. Tra le contagiate, il 43,6% ha oltre 49 anni, il 38,1% ha tra i 35 e i 49 anni e il 18,3% ha meno di 35 anni. L’età media è di 46 anni e quella mediana di 48 anni, ma col trascorrere dei mesi si sta tendenzialmente registrando un abbassamento dell’età media al contagio. L’età media al decesso è invece più elevata e pari a 56 anni per le donne, con nessuna deceduta nella classe di età più giovane delle under 35, mentre il 19% delle vittime ha tra i 35 e i 49 anni e l’81% ha dai 50 anni in su.

Sulla distribuzione degli infortuni professionali derivanti da covid, dall’analisi, si evince la seguente suddivisione: la Lombardia raccoglie il 28,3% delle denunce femminili, seguita da Piemonte (15,4%), Veneto (11,1%) ed Emilia Romagna (8,5%). Le province col maggior numero di donne interessate da infortuni da Covid-19 sono Milano (10,5% dei casi nazionali), Torino (7,9%), Roma (4,1%), Varese, Brescia e Verona (tutte con il 2,9%). La Lombardia è anche la regione che registra il maggior numero di vittime femminili, ben il 39,2%, a seguire l’Emilia Romagna (15,2%) e il Piemonte (8,9%).

Pur considerando la numerosità contenuta di decessi femminili è sempre la sanità e assistenza sociale il settore più colpito, con il 57,1% dei casi codificati. Sono i tecnici della salute, con il 42% dei casi codificati, a registrare il maggior numero di denunce: tra le figure professionali più colpite le infermiere (81,1% dei casi della categoria) e le fisioterapiste (5,8%). Segue la categoria delle operatrici socio-sanitarie, con il 22,4% dei casi, e, con l’8,9%, quella delle lavoratrici qualificate nei servizi personali e assimilati (in prima linea ci sono le operatrici socio-assistenziali che rappresentano il 78,4% dei casi). Il 6,3% dei casi riguarda, invece, i medici e il 5% le lavoratrici non qualificate nei servizi di istruzione e sanitari (di cui l’84,2% è rappresentato dalle ausiliarie ospedaliere e sanitarie).

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x