19 Aprile 2021
Il Covid affossa il commercio al dettaglio e favorisce le vendite online. Come era prevedibile è questo l’allarmante dato evidenziato da Confesercenti, che avverte: “Circa 70mila le attività commerciali che, senza una decisa inversione di tendenza, potrebbero cessare definitivamente nel 2021”. In particolare quelle più a rischio sono le attività nei centri commerciali: per questo Confesercenti chiede che "anche i centri commerciali vengano inseriti nel piano delle riaperture".
Desolante il quadro della situazione dei commercianti, ancor più se paragonato al successo delle vendite online sempre più padrone del mercato: nel primo bimestre del 2021 gli acquisti presso la grande distribuzione e le piccole superfici si sono ridotti, rispettivamente, del 3,8 e del 10,7%, mentre le vendite sul canale on-line sono aumentate del 37,2%.
Numeri preoccupanti che, se non ci fosse un’inversione di tendenza, rischiano di uccidere definitivamente il settore. "Di fatto, le misure di restrizione, per le modalità con cui continuano a essere attuate, stanno determinando una strutturale e non governata redistribuzione delle quote di vendita verso il canale on-line. A rischio sono soprattutto le 35mila attività collocate dentro i centri e gallerie commerciali. L'obbligo di chiusura nel fine settimana, che rappresenta il 40% delle vendite di queste attività, è un cataclisma sul comparto. Un divieto che ignora gli alti standard di sicurezza, dall'areazione al controllo degli ingressi, disposti da centri e gallerie e che genera una perdita di almeno 1,5 miliardi di euro per ogni weekend, in buona parte a vantaggio del canale di distribuzione online" spiegano da Confesercenti.
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