09 Aprile 2021
Oggi dove tutto sembra chiuso e rallentato, nasce un progetto finanziario che ha come obiettivo facilitare il lavoro e la crescita, tramite la tecnologia e la velocità, delle piccole medie imprese, messe in ginocchio dalla situazione pandemica attuale. In piena emergenza sanitaria a marzo 2020 nasce Aidexa, la fintech italiana dedicata completamente alle piccole imprese e partite iva. A crearla e guidarla il Presidente Roberto Nicastro e il Ceo Federico Sforza e che vede tra gli azionisti alcuni dei più importanti player finanziari nazionali (come Generali, Sella e Ifis). AideXa vuole essere una risposta ai bisogni di molti imprenditori italiani. Secondo i recenti dati ISTAT infatti, nel 2020 una piccola impresa su due ha fatto ricorso al credito bancario, riscontrando non poche criticità soprattutto per i tempi di risposta delle banche e per tutta la burocrazia che ne consegue. Federico Sforza Ceo di AideXa spiega a Il Giornale D’Italia l’innovazione e la mission del nuovo istituto di credito fintech italiano.
- AideXa ha come mission semplificare l'accesso al credito alle piccole imprese, come è possibile farlo?
Siamo una fintech italiana dedicata alle piccole imprese e partite iva italiane. Il nome è stato creato con la volontà di comunicare già nel brand quello che è il suo spirito, l’ideazione per gli imprenditori, l’innovazione tecnologica con la X e l’utilizzo dei dati dell’intelligenza artificiale per dare servizi semplici e veloci agli imprenditori. La nostra missione è proprio quella facilitare gli imprenditori all’accesso al credito immediato, istantaneo, grazie alle opportunità offerte dalle tecnologie e dall’Open banking. L’idea è nata da una serie di promotori del mondo bancario e fintech, tra cui me e il Presidente Roberto Nicastro e nasce dalle nostre esperienze precedenti e dalla percezione di bisogni non soddisfatti per gli imprenditori. Nel corso dell’ultimo anno abbiamo comprato una finanziaria, abbiamo chiuso quel business e costruito la nuova piattaforma di AideXa.
-L’innovazione di AideXa è entrata in gioco subito attraverso il prestito istantaneo “X Instant”, in cosa consiste?
Si tratta di un finanziamento fino a 100mila euro non garantito, che consente la risposta in tempo reale all’imprenditore, con un approccio molto semplice. Basta mettere la partita iva, collegare i conti corrente che l’imprenditore possiede presso le altre banche e grazie all’utilizzo dei dati, diamo una risposta in tempo reale, diciamo all’imprenditore quanto può prendere a quali tassi, in modo semplice e trasparente.
-Concretamente come aiutate il piccolo e medio imprenditore?
Noi offriamo un prodotto che dà finanziamento a breve termine. Uno degli aspetti che ci distinguono da altre realtà è che diamo una risposta immediatamente e questo è molto distintivo, è il primo prodotto che nasce sull’Open banking quindi sul fatto di utilizzare i dati bancari per poter fare questo tipo di proposta. Nel concreto guadiamo i dati e i flussi di cassa reali dell’impresa, in particolare degli ultimi dodici mesi. Con la pandemia una banca normale ci mette una trentina di giorni a dare una risposta sul credito e soprattutto si trovano in imbarazzo in alcuni settori che son stati più impattati dalla pandemia, come ad esempio la ristorazione, il mondo del travel e difficilmente concedono il credito perché c’è molta incertezza. Quello che noi facciamo di diverso è che ricostruiamo i flussi di cassa reale dell’impresa nell’ultimo anno, andiamo così a vedere chi ha saputo reagire in maniera positiva al Covid, facendo leva sui circuiti digitali, ad esempio per quanto riguarda i ristoratori, pubblicando i loro menù online per fare le consegne a domicilio. Aiutiamo questi imprenditori meritevoli dando una risposta immediata.
-Quali sono stati gli effetti del Covid su questo tipo di realtà di settore?
Siamo nati in epoca di pandemia che ha portato con sé un paio di fenomeni di cambiamento, come la digitalizzazione, che ha portato i privati e il mondo delle imprese ad abituarsi al digitale e dialogare da remoto. Lavorare in remoto per noi è un fattore che ha influito positivamente. L’altro fattore che ha impattato è l’accesso difficile al credito, avendo noi sempre creduto dalle possibilità dell’Open banking, ha paradossalmente avuto un effetto positivo, perché siamo maggiormente in grado di individuare gli imprenditori più meritevoli. Cambiamento importante simile a quello che portò la legge Bersani nel mondo assicurativo, che aveva consentito di utilizzare un dato di proprietà del cliente e questo creò concorrenza. Nel mondo bancario sta succedendo una cosa simile, l’Open banking consente ai clienti di utilizzare i propri dati e ricevere le quotazioni migliori.
-Come è possibile oggi facilitare con la tecnologia il lavoro dell’imprenditore nello sviluppo dei suoi progetti e della sua azienda e a che punto è l’Open banking in Italia?
L’imprenditore ha bisogno di risposte rapide e di velocità soprattutto in questo contesto, ha bisogno di capire se ha o no accesso al credito e a quali condizioni, non ha tempo da perdere. La tecnologia viene a suo beneficio in questo modo, noi solo con partita iva e connessione ai dati delle altre banche diamo risposta in tempo reale e questo fa una differenza enorme, entro 24-48 ore i liquidi sono sul conto dell’imprenditore e la primissima differenza portata dalla tecnologia e i dati è proprio la velocità. Questo mondo però è ancora agli inizi, stiamo riscontrando che pur essendo obbligatorio, la maggior parte dei sistemi che devono dare i dati, in alcune situazioni e istituti ancora non funzionano per problemi tecnologici, è una rivoluzione ancora all’inizio ma che non è destinata a fermarsi.
-Come si svilupperà tutto questo in futuro con la grande richiesta di digitalizzazione voluta dall’Italia e dall’Europa?
Ci sono tante reazioni che vanno tutte nello stesso senso. Bisogna trovare il giusto equilibrio alla nascita di operatori fintech ovviamente con alcuni aspetti di regolamentazione a tutela dei consumatori. E quindi sia a livello europeo, l’Open banking è una delle dimostrazioni, ma anche la nuova regolamentazione sulle fintech bank che è stata approvata un paio di anni fa, sia a livello nazionale. Molto recente infatti è la creazione di una unità dedicata di Banca D’Italia che lavora insieme alle fintech per trovare quel giusto equilibrio per evitare fenomeni che vanno a discapito dei consumatori.
- In AideXa esiste un costante rafforzamento del team, puntando sull’importanza della parità di genere, ultimo esempio l’adesione alla campagna “No Women no Panel”, quanto sono importanti per voi questi temi?
Noi siamo stati fin dall’inizio molto convinti di essere un’azienda che aveva nella diversity il suo punto di forza e quindi siamo stati focalizzati a creare un team diverso da tutti i punti di vista. La parità di genereè uno di questi, abbiamo più o meno il 50% di donne all’interno del team e questo è di grandissimo rilievo. L’idea di diversity si esprime anche nelle competenze e nelle esperienze del team, abbiamo delle risorse che arrivano da vari mondi, come le banche e il digitale. Ci sono delle competenze diverse tra loro e oltre a questo, continuiamo però ad assumere talenti in un contesto di parità.
-Come crede che opererà il Governo Draghi per le imprese?
Posso dire che questo cambiamento come start up ha portato comunque ad una rinnovata fiducia nei confronti dell’Italia, negli ultimi mesi c’è un’attenzione crescente dei capitali esteri verso il nostro Paese. Questa è una prospettiva positiva per una azienda e non è stato sempre così, c’era una sorta di riluttanza nel mondo fintech. E in questo mondo le imprese italiane hanno grande potenzialità e qui devono continuare l’opera importante a supporto della ripresa del Paese. Speriamo che la pandemia possa essere sotto controllo in tempi brevi, così da facilitare una ripresa rapida ed efficace. Spero che alcuni dei fondi del Recovery plan siano dedicati al mondo delle piccole e medie imprese che ne hanno bisogno, queste sono la colonna portate dell’economia e rappresentano 50% del pil, sono il motore dello sviluppo del Paese. Sapere scegliere i settori dove investire è importante e implica dove puntare a livello di politica industriale, per supportare la rinascita del Paese.
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