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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

"Claustrata insania" e "Phantom", due liriche vibranti e sofferte tratte dalla silloge "Occhio e assenza", Raffaelli editore

"Adesso che hai sul petto un rosso fiore / che non smette il fiorire, / l’atto finale è concluso... / strisci agonizzante ai piedi di Phoenix..." : le liriche di Massimo Triolo tratte dalla silloge poetica, di cui 'Phantom' dedicata al film di Brian De Palma

07 Settembre 2025

"Claustrata insania" e "Phantom", due liriche vibranti e sofferte tratte dalla silloge "Occhio e assenza", Raffaelli editore

Libri (fonte Pixabay)

Claustrata insania (?)

Quanto angusta è questa terra che tempra,
e un’anima setaccia, silente e incolore,
dogliosa e inadorna.
Cosa giace nel cuore della pietra,
nel velo rosso dei fiori in fiamme?

Le parole smarriscono la rotta,
inspessiscono dolori
simili a piccole sommosse di uno spirito.
Parvente m’è un canto, di verde smeraldino,
lambito da nebbie evanescenti.

Chi custodisce il grido e lo spasmo
di queste mani simili a sdutte, pallenti foglie?
Aduso al giorno è il mio canto,
vibratile come sentiero fumigante nella calura
di un’estate intollerabile che candisca ogni vista.

Tormentavo la veste – troppo nivea
per queste spoglie grate alla mortalità –
con le mani posate in grembo,
e non osavo voce nel luogo
in cui la pena ha un grido opaco.

Di là da sbarre e succinte feritoie,
florida danzava Primavera,
e dentro portavo l’inverno ancora
di un silenzio greve e ottuso,
ferita su ferita, alla vista imbandito.

Soglia non pietà né sdegno,
presso questi stracci d’ossa
che sognavano il calore di una mano,
pelle che fosse prebenda al cuore adusto,
e giorni più liberi che in questo vivente sepolcro.

Prima che la carnata balbuzie dei vostri cuori
reciti l’A-B-C dell’intolleranza
presso i miei giardini di polvere,
non eserciti di vigorose parole vi volgerò
né oboli di pianto né lambicchi,
ma l’ignudata filigrana della mia umanità –
sola rotta, essa, non mai rinunciata.
La molta parte di ciò che mi era sottratto,
ancora dimora il suo saldissimo, mago cerchio.

Phantom

Adesso che hai sul petto un rosso fiore
che non smette il fiorire,
l’atto finale è concluso...
strisci agonizzante ai piedi di Phoenix –
le hai dato tutto: anima e carne,
volto, voce e figura!
Gli ultimi ansiti si estinguono,
la smorfia sul tuo volto sfigurato si distende
fino a raccogliere una carezza
sul tuo morto sembiante.
Pelle, borchie e mantello,
una maschera
a nascondere il segno dell’artiglio del diavolo
sul volto pallente dalle labbra di nero disegnate.
Eri un ragazzo verecondo e impacciato,
con un ponderoso poema pop sotto braccio
alle soglie del Paradiso:
sognavi fama e stile glam,
tutto sembrava perfetto, eri perfino innamorato...
Desideri attraversare il fuoco del sipario?
Ma il plagio sottrasse la tua appassionata opera,
un’astuzia pervertita ti tolse genio e identità.
Rimase solo un amore autistico
da nascondere sotto il mantello,
e allora: “Scrivi per lei,” – ti disse Swan,
rifinita, luciferina stella del pop: –
“scrivi per lei, ti darò ciò che serve”.
Avevi terrore degli specchi,
della tua stessa voce,
ora scabra, cavernosa, corrotta,
ma ti mettesti all’opera a vantaggio del tuo aguzzino –

solo per lei.
Perché funzionasse hai dovuto far entrare
tutti i cattivi ragazzi ed i buoni ragazzi
che eri stato,
tutti i diavoli che ti insidiarono
e tutti gli angeli che, in qualche modo,
li avevano sconfitti...
Il tempo galoppava come un baio d’acciaio,
gli stimolanti martellavano le tempie –
volevi ignorare che il diavolo, come ogni suo adepto,
dona con la destra per detrarre con la sinistra –,
non v’era tregua al tuo genio,
che aderì al lei come una benda bagnata.
Hai mai visto una creatura più bella?
Consacrale tutto.
E tutto le consacrasti.
Volevi la sua voce cavalcare le tue docili note,
le tue note sgorgate per lei
nella febbricitante veglia lisergica,
dalle tue ferite d’amore,
e avesti in cambio altro inganno.
Quanto può rovinarsi una creatura innocente,
quanto può votarsi al martirio?
Grida nel cieco ventre della notte scura,
cogli un fulmine al cielo elettrico,
lei ti tradisce senza neanche saperlo!
Cosa può esserti sottratto ancora?
Quella ragazza è già in bilico sulle pertiche del successo,
ha ciò che aveva sognato ma sembra così diversa
da quella che hai conosciuto –
una folla cannibale la applaude...
Attraversa il fuoco del sipario anche per te...
Ma la deificazione parla sempre di martirio:
così il sacrifico è pronto in punta di forchetta.
Lo show è al suo culmine stellare!
Omicidio in diretta, è deciso,
la folla impazzirà: suggerà il momento come nettare.
Salvala e forse avrai indietro l’anima.
Salvala e forse, in qualche modo, ti salverai.L’Angelo della morte
ti copre pietosamente le spalle con le proprie ali,
nel gesto compassionevole di chiuderle sulla tua fine...
Una carezza, prego, per questo ex bravo ragazzo.

Di Massimo Triolo

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