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Viaggio nel Victor Hugo inedito de "I cavalieri erranti", miti e leggende in versi tradotti per la prima volta in Italia da Stefano Duranti Poccetti

Il ciclo dei I cavalieri erranti di Hugo, tradotto per la prima volta in Italia da Stefano Duranti Poccetti per Nulla Die editore (2021, pagg. 102, euro 11)

21 Luglio 2025

Viaggio nel Victor Hugo inedito de "I cavalieri erranti", miti e leggende in versi tradotti per la prima volta in Italia da Stefano Duranti Poccetti

Quello che propone Stefano Duranti Poccetti è un Victor Hugo inedito, almeno qui in Italia: quello dei miti e delle leggende calate nel poema cavalleresco d’ascendenza medievale.

Ne "La légende des siecles", il più grande scrittore francese crea un ciclo, quello de "Les Chevaliers errants", composto da due poemi cavallereschi: "Le petit roi de Galice"ed "Eviradnus". Gli eroi, Roland ed Eviradnus recano un’aura mistica e danno battaglia al male e ai suoi scherani confidando nella propria esperienza guerresca e in un’ispirazione divina che li rende di tempra invincibile.

"La forza dell’eroe – scrive Duranti nell’introduzione -  è per Hugo quella di Dio, l’eroe è intermediario di Dio e non ha bisogno di vivere con gli uomini, perché egli è e rimane, anche nella vecchiaia, come nel caso di Eviradnus, un semidio, destinato sempre a vincere per ottenere Giustizia – d’altra parte l’Autore l’afferma anche nel suo "Booz endormi": 'Le jeune homme est beau, mais le vieillard est grand'. L’eroe impersona così il Poeta e quello che lui definisce 'l’homme des utopies', capace di reinterpretare la realtà, scavando all’interno dei suoi meandri, riuscendo, da solo, a trovare la soluzione giusta, quella soluzione che, anche vista da un punto di visuale cristologico, s’eleva a simbolo di Salvezza eterna per l’Umanità, continuamente circondata dal Male e da questo contaminata". Ed è in questo ganglio di significati che la poetica di Hugo si mostra fitta di genio e di significato, sognante ma ancorata al concreto, “ricca di lemmi” ma fluida e potente, evocatrice e maliarda.

Ciò che è mistico e astratto si impasta a descrizioni naturalistiche di possanza suggestionale enorme e il contesto storico è minuziosamente descritto: sostrato di una narrazione in versi visionaria e onirica ma legata intrinsecamente alla natura e foriera di mondi fantastici ma regolamentati da leggi precise. Hugo, qui, fonde insieme poesia, narrazione e teatro.

Precisa Duranti, sempre nell’introduzione: "Di Hugo in Italia si conoscono soprattutto (esclusivamente) i romanzi, ma la sua produzione poetica non è affatto secondaria alle opere in prosa, né per qualità né per mole, potendo benissimo eleggere l’Autore de 'I miserabili' quale uno dei più grandi Poeti della storia della letteratura mondiale. Il ciclo de'I Cavalieri erranti', che viene qui tradotto e stampato, a quanto risulta, per la prima volta nel nostro Paese, è stato per la mia sensibilità invero una gradevole scoperta e interpretarlo è stata un’avventura, un vero e proprio viaggio che mi ha condotto a capire i meccanismi tecnici dell’estetica di Hugo, permettendomi poi, cosa fondamentale, di entrare in contatto con la sua anima.

E anche la sua opera di traduzione ha un’anima e riesce ad aderire al testo poetico d’origine con plastica e sensuosa raffinatezza, dipanando non una traslazione pedissequa, ma una versione potente, armonica proprio nell’architettura dello stile e non esente da un estro interpretativo che ne esalta il potere fascinatorio, la fluida ricchezza, e infine il significato allegorico che l’accompagna.

La traduzione si pone quindi a metà tra rigore filologico e capacità di restituire un vivido affresco in versi, entro il quale si è tanto più fedeli allo spirito creativo di Hugo, quanto più capaci di non offrire una traduzione mot à mot, ma una ingegnosa opera di esegesi di stile e contenuti che convergono nella lingua italiana come elementi vivi e animati dallo spirito che alberga nell’opera di origine.

Duranti mostra un tatto e una sensibilità unici nell’approcciare questa opera, ponendo in risalto i punti di maggiore forza e concedendosi di compiere, come lui stesso dice, un viaggio attraverso i mondi immaginifici che Hugo costruisce ed evoca, in cui gli elementi archetipici danno vita a contrasti e battaglie giocati su opposti inconciliabili ma che attingono entrambi forza dalle energie di un universo complesso e nodale proprio là dove il contrasto è generatore di vitalità e anima. Non rimane che attendere che questo gioiello giunga nelle giuste mani e all’attenzione di chi ama Hugo, ma l’ha conosciuto esclusivamente per i suoi romanzi.

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