09 Agosto 2022
s.a.r. Esmeralda de Rethy, Principessa del Belgio - ph. Alessandra Basile
Siamo a fine luglio nella splendida Val di Vara, caratterizzata da un verde ormai guardato come a un sogno e vicina di casa delle famose Cinque Terre. Precisamente nella cittadina di Varese Ligure lo scorso 30 e 31 luglio ha avuto luogo l'edizione lancio del Book Festival, sul quale sono incentrate le interviste che seguono. La Valle - ora celebre anche grazie al Festival Paganiniano diCarro[1], ideato, nel lontano 2001, da Monica Amari Staglieno, sostenuta da Giorgio Basile - si è prestata perfettamente come location per la manifestazione culturale anche in relazione al tema principale della stessa, ossia ambiente, biodiversità e sostenibilità.
[1] Sito: paganinimusicfestival
L'organizzazione dell’evento è stata messa in piedi da Gabriella Depaoli, Presidente dell’Associazione Visit Val di Vara, con la quale le interviste che seguono sono state coordinate, Andrea De Bei, il proprietario di Desi Group e Edizioni Astragalo, e Bruno Testa, il popolare disegnatore, appassionato e grande sponsor dell'arte dei fumetti.
Tante le case editrici che hanno preso parte attiva alla manifestazione - il Comune e la Pro Loco di Varese Ligure l'hanno rispettivamente patrocinata e supportata - e alla sua organizzazione: Edizioni Astragalo, Edizioni Cinque Terre, Edizioni Il Ciliegio. A questa fiera del libro, hanno fatto il loro ingresso gradito anche le eccellenze enogastronomiche locali e altri prodotti da degustazione.
Il già menzionato Festival Paganiniano di Carro ha curato il concerto di chiusura della due-giorni di cultura nell'editoria con un bellissimo concerto. Cultura e Arte su più fronti dunque!
Venendo agli ospiti d’onore del Book Festival, ecco alcuni nomi, anche particolarmente altisonanti: s.a.r. Esmeralda de Rethy, principessa del Belgio, convinta ambientalista; Daniele Zovi, scrittore noto per i suoi bestseller su natura, ambienti e alberi; Franco Arminio, poeta ‘paesologo’ come lui stesso si definisce e regista. Diversi altri nomi e professionalità hanno arricchito il programma dell’evento, alcuni li leggiamo di seguito, in quanto protagonisti delle interviste realizzate a Carro.
Seguono le interviste, realizzate tutte in formato video il 29 luglio u.s..
INTERVISTA a: Gabriella Depaoli e Daniele Zovi
Gabriella è la mente del Book Festival, Daniele ne è uno degli ospiti d’onore.
Gabriella, siamo qua a Carro, il paese di Paganini, per il Book Festival. Mi racconti come nasce questa manifestazione?
Certamente. Nasce dalla volontà di parlare di cultura e di natura, perché solo attraverso la prima si può rispettare la seconda, anzi si deve: preservare il pianeta, il nostro clima e la nostra stessa esistenza è un dovere civico di tutti noi. Abbiamo scelto la Val di Vara perché è una delle terre meno conosciute in Italia, seppure straordinaria dal punto di vista naturalistico e del paesaggio, è intatta ed è stata, ormai trent’anni fa, la prima terra del biologico. posso dirti che il festival è una rassegna micro della più grande editoria italiana. Sottolineo editoria indipendente. Fra gli ospiti ci sono anche grandi autori nazionali, per esempio il qui vicino a me Daniele Zovi, che è uno scrittore di natura straordinario: ne scrive quasi in forma poetica; i suoi saggi sono talmente appassionanti che si leggono come dei romanzi. E' al Book Festival perché lo abbiamo fortemente voluto.
Daniele ciao. Su questa bella iniziativa nel nome della natura e della cultura che mi dici?
Dico che sono onorato di trovarmi in un territorio che mi mancava e la cui foresta arriva al mare. Questa foresta verde costituisce un meccanismo funzionante di assorbimento e cattura di anidride carbonica. Il legname migliora il clima nel quale siamo immersi, proprio tenendo prigioniera l’anidride carbonica in eccesso. La foresta qui ha una funzione pratica: è la risposta ai cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti. Non esiste una macchina inventata dall’uomo che faccia questo. Dobbiamo portare rispetto a questo paesaggio, che è stupendo e regola la qualità della nostra vita.
Oggi quello ambientale in senso lato è un problema grave e davvero di tutti.
Sì perché lo stiamo toccando con mano tutti, anche chi lo aveva sottovalutato o negato. Non è più una questione da ambientalisti la cura della natura; è ineludibile e di chiunque, perché tutti dobbiamo occuparci della nostra casa. I meccanismi si capiscono meglio grazie alla Cultura.
Il tuo ruolo specifico nel festival qual è?
Preciso che io ho fatto per quarant’anni il forestale, poi sono diventato uno scrittore.
E’ per questo che sa ciò che dice - interviene Gabriella.
A quel punto mi sono messo a raccontare quanto imparato e a decifrare quei meccanismi poco noti insiti nella natura.
Quanti libri hai scritto a oggi, Daniele? E il tuo preferito qual è?
Ne ho scritti una decina, ma come il padre fa fatica a scegliere fra i suoi figli così io fra i miei libri. Ti cito l’ultimo che si chiama In bosco: una camminata solitaria di due giorni, ossia lontana anche dal cellulare, tenuto spento per tutto il tempo. Questo fatto di essere sempre in contatto con il mondo è meravigliosa, ma ti allontana un po' dalla natura e dal percepire tutto quello che accade anche di piccolo che riesci a vedere semplicemente osservandolo, fermandoti, respirando a fondo o anche appoggiandoti con la schiena al tronco di un albero e chiudendo gli occhi. Racconto quello che vedo e che provo in questa lunga camminata, ma anche l’inatteso, perché ogni volta che si cammina attraverso un ambiente naturale, dal bosco alla riva di un fiume alla spiaggia di un mare, ci capitano cose inaspettate, perciò co portiamo a casa sempre qualcosa di nuovo, è sorprendente.
Interviene nuovamente Gabriella: In questo festival, Daniele presenterà una carrellata delle riflessioni che porta nei suoi libri, molti editi Utet. A proposito dei suoi scritti, invito a leggere Autobiografia della neve e Alberi sapienti e antiche foreste; quest'ultimo insegna a osservare e percepire il linguaggio della natura, degli alberi in particolare.
Che gli alberi comunichino fra loro, è difficile pensarlo, anche se lo fanno di continuo, perché ciò avviene in una maniera non riconosciuta dai nostri sensi, a livello sotterraneo. Raccontandolo ci si avvicina a questi misteri e riusciamo a guardare con maggiore interesse a questi vegetali.
Daniele e Gabriella cosa vi aspettate da questa edizione-lancio del Book Festival, fra l'altro un'opportunità di evento in presenza?
La conoscenza della natura è la premessa per amarla e l’amore vuol dire rispetto, quindi io credo che sia il primo anello di una catena inevitabile che seguirà.
E’ una prova generale, ma noi ci aspettiamo che costituisca l’inizio di un percorso che spero ci porti lontano e dia voce al bosco.
Ringrazio i miei due intervistati.
INTERVISTA a: s.a.r. Esmeralda de Rethy, Principessa del Belgio, Renata Manganelli, Antonella Carraro
A introdurre l’incantevole tris al femminile è Gabriella Depaoli.
Sono qua con tre donne speciali, onorata di averle come ospiti d’onore di questo Book Festival. Hanno scritto un libro sulla biodiversità, dunque che parla del nostro clima e di quanto api e insetti impollinatori siano fondamentali per la vita di tutti noi. L’introduzione del libro, la cui ideatrice e autrice è Renata Manganelli è ad opera di Esmeralda de Rethy, mentre Antonella Carraro ha realizzato con un’associazione che si chiama L’incontrario le meravigliose tavole che arricchiscono il testo con dei bellissimi disegni. L’arte delle api[2], così si intitola, non è un saggio, né un romanzo, né una poesia, ma un inno per sensibilizzare le persone.
[2] Sito: edizioniastragalo
Parto da lei, Renata, che ha avuto l’idea del libro, realizzandolo.
'L’Arte delle api' nasce da una follia. Dal 2016, io e mio marito siamo apicoltori amatoriali e, seguendo le api, ho compreso quanto fragile sia il loro ecosistema. Ho pensato di far qualcosa di concreto, partendo dalle tante foto che io stessa ho fatto con il mio telefonino alle api sui fiori. Ho pensato subito di coinvolgere nel progetto più realtà possibili e ho iniziato da un’ambientalista convinta, Esmeralda de Rethy, che si è gentilmente prestata a scrivere l’introduzione del libro. Poi mi sono rivolta a Antonella Carrara, fondatrice dell'associazione L’Incontrario, con cui aiuta i ragazzini disabili che hanno terminato il loro percorso scolastico a trovare una realtà. Abbiamo coinvolto anche Greenpeace, cui in parte vanno gli incassi, che in altra parte sono devoluti alla menzionata associazione. Abbiamo poi avuto la fortuna di avere come sponsor Fedrigoni, che, innamoratosi del libro e del progetto, ci ha donato la carta. Passo la parola a Esmeralda.
Vorrebbe condividere la sua esperienza, Esmeralda?
La mia parte è molto piccola, ma è stata una bellissima esperienza per me! Renata è una mia grande amica e sono stata molto felice di aver conosciuto Antonella. Il libro tratta di bellezza e di biodiversità - un tema delicato e un aspetto del pianeta in grave pericolo - oltre che di un 'social purpose' correlato che assume sempre maggiore importanza. Questo libro è potente e anche commovente; io spero che sarà d’ispirazione per le persone che lo leggeranno. Dobbiamo renderci conto che la crisi della biodiversità, di cui parliamo meno rispetto alla crisi ambientale, è rispetto a quest’ultima altrettanto se non più importante, perché stiamo perdendo così tante specie, che costituiscono un supporto alla nostra vita: se perderemo tutti gli insetti, l’intero ecosistema, scompariremo. Si tratta del nostro futuro.
Veniamo alla sua associazione, Antonella, chiamata L’incontrario. Me ne parla anche in correlazione al libro?
Sì. È un’associazione che tende a sostenere i ragazzi con disabilità dopo il percorso scolastico. Si fonda sull’idea che una relazione fra ragazzi disabili e artisti possa dar vita a dei prodotti interessanti. I ragazzi sono liberi dai preconcetti, pregiudizi, dalle barriere: non hanno paura del foglio bianco e producono una quantità di disegni indescrivibile. Per noi è stata un’occasione incredibile, quando Renata ci ha coinvolti in questo progetto.
Era una sfida - commenta Renata Manganelli.
Sì lo è stata, è stato molto impegnativo. I ragazzi hanno prodotto delle tavole bellissime con dei fiori per il libro. Sono stati molto bravi.
Quanto tempo è stato necessario per scrivere il libro, Renata?
Ho avuto l’idea è nata l’estate scorsa, ma ci abbiamo messo poco per mettere insieme il prodotto finito. Avuta l’idea, giugno scorso, ho contattato Esmeralda, con la quale ero in Austria: abbiamo subito controllato se esistessero libri analoghi, in altre lingue rispetto alla mia, e non c’era nulla che collegasse, anche in maniera leggera, le api alla biodiversità. L’arte delle api è bello da sfogliare, da tenere, da leggere a tratti, oltre che da studiare con attenzione, perché fa conoscere un mondo su cui c’è ancora tanta ignoranza, quello delle api appunto.
Non è un libro solo sulle api, ma anche sulle piante - dice Esmeralda.
Esatto. La sfida era quella di spiegare i perché. Per esempio, i fiori che calpestiamo quando andiamo a fare una passeggiata sono importantissimi all’interno di un ecosistema, per delle funzioni geologiche o dei riferimenti storici. La ricerca per dar vita al libro è stata enorme.
E immagino ci sia una bella amicizia ora. Voi vi conoscevate già?
Ridono, lasciando intravedere una sintonia a conferma. Parla Renata.
Diciamo che, forse, io sono stata il trait-d’union, ma adesso siamo tutte e tre unite.
Allora scriverete un altro libro assieme dopo L’arte delle api. Possibile?
E tutte insieme dicono quasi all'unisono un bel 'Sì', precisando che 'quanto all’Ambiente, senz’altro c’è molto di cui parlare'.
Grazie mille a tutte voi! E complimenti anche per il team work funzionale e costruttivo.
INTERVISTA a: Alessandra Ferraro
Alessandra Ferraro è la caporedattrice del TGR della Valle d’Aosta, nominata, nel 2021, Cavaliere della Repubblica.
Alessandra, tu sei una giornalista RAI, ma in questo momento sei un po' dall’altra parte. Raccontami del tuo ruolo all’interno del Book Festival?
Innanzitutto, è vero, mi sento dall’altra parte. In genere, le domande le faccio io (ridiamo, ndr). Domani sarà l’occasione per presentare i libri a questa prima edizione del Book Festival e anche un po' per giocare a una sfida, per me, che è quella di scrittrice: ho scritto una storia di una figlia e del padre, pubblicata da Edizioni Astragalo, che l’ha apprezzata per il tema in sottofondo della cura, del prendersi cura uno dell’altro. Il libro si intitola 'Quel filo che ci unisce'.
E' il tuo primo libro? Come ti è nata l’idea e quanto hai impiegato a scrivere la storia?
Amo scrivere, quando ho qualcosa da raccontare. Alla scrittura mi ero avvicinata già più volte. I primi libri sono stati di tutt’altro genere, perché io nasco giornalista che segue il Vaticano, da Giovanni Paolo II a Papa Benedetto a Francesco. L’esperienza personale mi ha portata ad affrontare un tema molto delicato e prezioso che ritengo importante far conoscere. Allora che cos’è quel filo che ci unisce? È, come dicevo, il prendersi cura dell’altro, che sia un padre, una madre, un fratello, una sorella, un amico, come chiunque ci stia accanto. Questo prendersi cura emerge ancora di più quando, deflagrante, arriva la notizia, per esempio, di una malattia, di un male incurabile. A quel punto si realizza quanto a contare davvero non sia la serie di cose materiali di cui siamo ampiamente circondati bensì l’essenza e l’Amore (con la A). questo libro è nato per me da un’esperienza sicuramente difficile, quella di una malattia che ha colpito la mia famiglia ed ha coinciso con la morte di mio padre, un giornalista e un comunicatore. In sei mesi le vite della mia famiglia e mia sono state stravolte. Io a lui devo molto e ho pensato di dover restituire quello che lui mi ha donato. quindi ho voluto raccontare quanto è importante prendersi cura di chi si ama, anche attraverso altre testimonianze, fra le quali quella di Gianfelice Facchetti, il figlio del grande Giacinto, il campione dell’Inter, colpito anch’egli pesantemente nella sfera della salute. Sempre guardando alla vita, Gianfelice affronta nel mio libro l’ultimo tratto di questo rapporto particolare e silenzioso con il padre. Il libro è nato nel 2019, prima della Pandemia, quando ha iniziato la malattia di mio padre. Oggi il tema del prendersi cura è ancora più diffuso. Io ho cercato di scriverlo velocemente, perché volevo che emergesse, soprattutto per i giovani e le nuove generazioni, il messaggio del prendersi cura degli altri, di chi ci sta accanto nella vita quotidiana.
Oggi più che mai è davvero un messaggio importante e utile. E un bel modo per ricordare il tuo papà.
Credo che faccia parte del processo il tornare all’essenziale, cercando di ascoltare anche noi stessi un po' di più, nonostante il fragore in cui viviamo dal mattino alla sera, anche nelle professioni che svolgiamo. Dobbiamo diventare più introspettivi. Attorno a noi ci sono persone che ci vogliono bene, cui dobbiamo dare qualcosa, ossia la nostra attenzione. Il valore della memoria è uno degli elementi più importanti: dobbiamo non dimenticare, tutti; dobbiamo rendere vivo il ricordo.
Concordo. Grazie mille Alessandra!
INTERVISTA a: Andrea De Bei e Bruno Testa
Andrea De Bei è a capo di Edizioni Astragalo e con un socio di Desi Group e Bruno Testa è il noto fumettista novarese
Fate un bel siparietto voi due! Iniziamo l’intervista? Presentatevi. Inizia tu Andrea.
Io sono Andrea De Bei e ho organizzato, con Bruno Testa e Gabriella Depaoli, il Book Festival di Carro. Rappresento la casa editrice Astragalo e la Daisy Group, ossia l’azienda che ha seguito la parte di comunicazione e grafica, in affiancamento a Gabriella per tutti gli aspetti tecnico-organizzativi. Il mio amico e collega Bruno Testa è uno dei relatori del festival dove racconterà della sua passione: i fumetti.
Bruno a te.
Eccomi. I fumetti costituiscono una parte importantissima del festival ed un linguaggio moderno apprezzato dai giovani. Tra i grandi autori di fumetto saranno Giorgio Somacal, che si è occupato delle avventure di Cattivik e di Lupo Alberto, entrambi iniziati da Silver. Poi ci saranno i fumetti di Romeo Toffanetti, come altre graphic novel di altre case editrici come Sbam! Comics e tutti i personaggi che hanno fatto l’epoca del fumetto, da Tiramolla a Braccio di ferro. Abbiamo persino la lirica a fumetti. Insomma ce ne sarà per tutti e per tutto il mondo del fumetto.
Vorrei mi raccontaste un po' del vostro trascorso. Ora inizio da te, Bruno.
La mia esperienza nasce nel campo della pubblicità e dei fumetti e dell’illustrazione per la pubblicità, quindi con grandi aziende che riguardavano i giocattoli e i giochi di società. Non volendo fare nomi, basti pensare a certe bambole famosissime nel mondo o ad alcuni soggetti di cartoni animati del secolo scorso.
Insisto per qualche nome Bruno!
D’accordo, per esempio la Mattel con Barbie. Io mi occupavo dei disegni e delle illustrazioni per le riviste di Barbie, come anche per Big Jim. Poi ricordo la Clementoni e la RCS Home Video per i cartoni animati di Hanna Barbera e altri soggetti. C’è poi la mia passione per l’illustrazione e la formazione libraria per i ragazzi, con la nascita di Edizioni Astragalo, di cui ho seguito i primi passi con proprietà di allora e poi ne ho proseguito l’attività, che ora va avanti grazie ad Andrea.
Andrea, siamo a te.
Ho conosciuto Bruno e insieme abbiamo rilevato Edizioni Astragalo, perché jo un’azienda grafica, nata 35 annui fa, fondata da mio padre con il mio attuale socio. Nati come azienda di stampa pura, siamo cresciuti nel tempo e abbiamo diversificato la produzione. Ci interessava il discorso di una casa editrice e così due anni e mezzo fa abbiamo rilevato Astragalo. Le soddisfazioni sono state già molte. Fra esse, sicuramente anche questo evento caratterizzato da autori importanti.
Ed è solo la prima edizione, no Bruno?
La prima di tante! Già è un successo la presenza di ben 17 case editrici partecipanti, molte anche con proprietari giovani. Il nostro mestiere è un po' pazzo, ma ci piace.
Concordi Andrea?
Ci vuole coraggio in quel che facciamo, ma ci piace molto il nostro mestiere.
No risk no fun in tutte le cose della vita. Qual è il tema del festival?
Mi rispondono quasi in coro: Sostenibilità, in una sola parola.
Si alternano Bruno e Andrea a me:
E il libro può essere un perno importante per pensare e ripensare al mondo che ci circonda.
La Cultura è tutto, dai libri a ogni forma della stessa.
Riaccende il cervello in tante situazioni.
Concludiamo con il siparietto iniziato?
I due molto simpaticamente si stringono la mano come si fossero appena conosciuti e invitano a non perderli di vista, né loro né loro ‘pazza’ attività. Invitano, soprattutto, a non mancare la prossima edizione di questa manifestazione all'insegna del libro.
CONCLUSIONE
Le interviste sul Book Festival della Val di Vara sono state fatte la sera prima dell'inizio della manifestazione in un agriturismo di Carro, dove sono stati offerti cibi semplicissimi, come la focaccia ligure fatta sul momento e alcuni svariati affettati locali, oltre a un buon formaggio locale.
Congratulazioni a chi realizza eventi come questo e a chi vi partecipa, anche e soprattutto, in nome della natura e dell’ambiente, che, forse, riusciamo a sentire più vicini grazie a un buon libro, a un bel film, a uno spettacolo teatrale coinvolgente, a una statua parlante, a una fotografia mozzafiato, a un quadro forte, a un paesaggio che rischia di sparire. La Cultura e l’Arte salveranno il mondo, perciò continuiamo a farne.
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