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Corona contro Signorini, PM in campo: “revenge porn” o show giudiziario? Milano accende i riflettori

Sequestri, video, chat e accuse: Fabrizio Corona va dai pm e promette rivelazioni. Tra Procura e YouTube, la soap continua

23 Dicembre 2025

Corona contro Signorini, PM in campo: “revenge porn” o show giudiziario? Milano accende i riflettori

Milano, atto primo: Fabrizio Corona si presenta in Procura. Atto secondo: i PM si presentano a casa di Corona. Atto terzo: il pubblico applaude, fischia, commenta sui social. Benvenuti nell’ennesima puntata di una serie che non conosce stagioni né palinsesti, dove la giustizia indossa la toga e lo spettacolo il cappellino da baseball.

L’accusa è pesante, “revenge porn”, e nasce dalla denuncia di Alfonso Signorini dopo una puntata di Falsissimo che prometteva verità incandescenti e ha consegnato alla Procura immagini, chat e un mare di polemiche. Sequestrati telefono, tablet, materiali video: non il solito gossip da bar, ma un’indagine con timbri, verbali e perquisizioni che durano un sabato intero. Altro che streaming.

Corona, da par suo, non arretra di un millimetro. Anzi rilancia: chiede l’interrogatorio, parla di “sistema di favori”, annuncia puntate rifatte e “storie ancora più vergognose”. La strategia è chiara: trasformare l’indagine in un contro-racconto, ribaltare il tavolo e dire che il vero tema non è ciò che è stato mostrato, ma ciò che – a suo dire – sarebbe stato nascosto.

Nel mezzo, la Procura prova a riportare il match sul ring giusto: verificare se quel materiale sia stato diffuso illecitamente e se ci siano profili di reato. Per ora una sola querela, ma il trailer promette sequel. Il risultato? Un cortocircuito perfetto tra tribunali e piattaforme, dove ogni atto giudiziario diventa contenuto e ogni contenuto rischia di diventare prova.

Morale provvisoria: quando il confine tra informazione, denuncia e show si fa sottile come una stories da 24 ore, a decidere non sono i like ma i codici. E il finale, spoiler: lo scrive un giudice, non l’algoritmo. Intanto la carriera di Alfonso Signorini è stata disintegrata con un click.

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