21 Novembre 2025
Ranucci, fonte: imagoeconomica
Una lettera anonima arrivata alla redazione di Report riapre l’inchiesta sull’attentato a Sigfrido Ranucci: secondo la missiva, la bomba piazzata il 16 ottobre davanti alla casa del giornalista sarebbe collegata agli ambienti criminali vicini al clan dei Casalesi e a un presunto traffico internazionale di armi ricostruito da un recente servizio firmato da Daniele Autieri. È questa la nuova pista che la Procura di Roma sta seguendo, tanto da aprire un nuovo filone d’indagine e convocare lo stesso Autieri e l’ex ad dei Cantieri Navali Vittoria, Francescomaria Tuccillo.
La svolta arriva venti giorni dopo con una lettera, anonima ma dettagliata, arrivata agli uffici di Report e immediatamente consegnata ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma. La missiva collega l’attentato al servizio “Battaglia Navale”, andato in onda su Rai3, in cui Autieri documentava anomalie gravi nella filiera produttiva dei Cantieri Navali Vittoria di Adria (Rovigo). Il 24 settembre, durante un sopralluogo, due dipendenti avevano trovato due mitragliatrici non registrate chiuse in casse di legno. Le armi risultavano associate a due motovedette destinate all’Oman, che però, ufficialmente, le aveva ricevute senza alcun armamento. Secondo il servizio, questa discrepanza potrebbe essere la prova di un traffico parallelo, quello legato alla Camorra. Oltre ai pm romani, stanno indagando anche le procure di Rovigo e la DDA di Venezia, per verificare: la provenienza delle armi; i rapporti societari e finanziari attorno ai cantieri; l’attendibilità dei collegamenti con la camorra casertana; il possibile ruolo di ambienti vicini al clan Setola.
Il servizio di Report ricostruiva anche la rete finanziaria che ha permesso al nuovo proprietario, Roberto Cavazzana, di rilevare Cnv: parte degli 8,2 milioni necessari proveniva dalla società casertana Arkipiù. Tra i suoi ex soci figura una persona già coinvolta in un’altra società con Luigi Russo, condannato per concorso esterno con la fazione Setola dei Casalesi. Un collegamento indiretto, ma sufficiente a far scattare l’attenzione degli inquirenti. La Procura vuole sentir anche Tuccillo, ex ad di Cnv. Poche ore dopo l’attentato a Ranucci, il 17 ottobre, ha ricevuto una pec che lo invitava a lasciare l’incarico. Le dimissioni sono state poi ufficializzate il 10 novembre. A Report ha raccontato: "Mi dissero di non dormire mai ad Adria". Una frase che oggi, alla luce della lettera anonima, assume un peso diverso.
Il nuovo scenario si intreccia con l’audizione che Ranucci ha tenuto il 4 novembre davanti alla Commissione Antimafia. I pm romani hanno chiesto di acquisire una parte dell’intervento finora secretata, quella in cui il giornalista rispondeva a una domanda di Roberto Scarpinato, ex magistrato e senatore M5S, su un presunto pedinamento da parte di uomini dei servizi "su richiesta del sottosegretario Fazzolari". Una circostanza che il conduttore di Report aveva già evocato pubblicamente mesi fa. Per la Procura è importante stabilire se Ranucci fosse stato realmente attenzionato da apparati istituzionali dopo inchieste scomode poiché il quadro intimidatorio assumerebbe contorni ancora più delicati.
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