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Addio a Giorgio Forattini, morto a 94 anni il “maestro della satira”, la prima vignetta nel 1974 dopo la vittoria del referendum sul divorzio

In oltre 14mila vignette, Giorgio Forattini ha raccontato, sempre in chiave ironica, più di mezzo secolo di potere e di storia italiana, rappresentando presidenti della Repubblica, leader di partito, Papi, Capi di governo italiani e stranieri. Firmò vignette anche per Il Giornale d’Italia

04 Novembre 2025

Addio a Giorgio Forattini, morto a 94 anni il “maestro della satira”, la prima vignetta nel 1974 dopo la vittoria del referendum sul divorzio

Giorgio Forattini Fonte: X @riktroiani

Giorgio Forattini è morto oggi, 4 novembre, all’età di 94 anni. Nato a Roma nel 1931, il vignettista ha creato nel corso della sua lunga carriera illustrazioni per diversi quotidiani e riviste, da Panorama a La Repubblica, da La Stampa a Quotidiano Nazionale e Il Giornale, ma anche Il Giornale d’Italia. Autore di vignette di satira politica, le prime ad essere pubblicate in prima pagina sui giornali e a cadenza quotidiana, si era guadagnato il soprannome di “maestro della satira”. La prima vignetta fu nel 1974 dopo la vittoria del referendum sul divorzio. I funerali si terranno giovedì 6 novembre alle 10 nella Chiesa di Santa Francesca Romana a Milano.

Addio a Giorgio Forattini, morto a 94 anni il “maestro della satira”, la prima vignetta nel 1974 dopo la vittoria del referendum sul divorzio

In oltre 14mila vignette, Giorgio Forattini ha raccontato, sempre in chiave ironica, più di mezzo secolo di potere e di storia italiana, rappresentando presidenti della Repubblica, leader di partito, Papi, Capi di governo italiani e stranieri. La sua prima vignetta di grande risonanza risale al maggio 1974, quando su Paese Sera disegnò Amintore Fanfani, allora segretario della Democrazia Cristiana, “come un tappo (per via della bassa statura) che saltava via da una bottiglia con un grande NO sull’etichetta”, dopo la vittoria delNoal referendum sul divorzio.

Con la sua matita, Forattini ha attraversato stagioni cruciali della vita pubblica italiana, dal terrorismo politico degli Anni di Piombo alle stragi di mafia, fino all’inchiesta di Mani Pulite che segnò la fine della Prima Repubblica. Celebre la vignetta realizzata dopo la morte di Giovanni Falcone nel maggio 1992, in cui la Sicilia appariva nella forma di una testa di coccodrillo in lacrime. Non sono mancate, nel corso della carriera, controversie e querele: nel 1999 l’allora premier Massimo D’Alema lo citò per una vignetta sul “caso Mitrokin” e la fuga di documenti riservati dell’ex Kgb sovietico.

Da destra a sinistra, Forattini ha ritratto i protagonisti della politica italiana come maschere di una grande commedia nazionale. Giulio Andreotti “multiforme”, Bettino Craxi in versione Duce con stivaloni e camicia nera, Enrico Berlinguer in vestaglia da camera mentre fuori gli operai scioperano. E ancora, Ciriaco De Mita con la coppola, Walter Veltroni il “bruco”, Rocco Buttiglione “gorilla”, Umberto Bossi come Alberto da Giussano, Romano Prodi come un curato di campagna. Spesso i suoi personaggi assumevano sembianze animali: Giuliano Amato come Topolino, Silvio Berlusconi basso di statura, Lamberto Dini come un rospo, Nicola Mancino come un cinghiale, Luciano Violante come una volpe, Vincenzo Visco come un vampiro, Carlo Azeglio Ciampi come un cane e Rosa Russo Jervolino come una gallina. “Sono molto affezionato alle vignette su Spadolini, nudo, innocente come un putto”, aveva detto il vignettista in occasione dei suoi 90 anni.

Tra i primi a ricordarlo, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha parlato della perdita di “un grande artista di genere che ha dedicato il suo talento di disegnatore alla satira”. “Attraversando la storia italiana, dalla prima alla seconda Repubblica, con eccelsa qualità intellettuale, Forattini ha saputo inventare stereotipi efficaci e in grado far riflettere, da raffinato interprete delle dinamiche politiche”, ha aggiunto Giuli.

Commosso anche il ricordo del vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè: con Forattini “scompare una figura che ha segnato la storia della politica e del costume italiano a cavallo di due secoli”. “Nella sua irriverenza, nella capacità di far sorridere amaramente anche nei momenti più tristi risiede il lascito di una vita vissuta con la capacità di segnare con un tratto della sua matita la storia”, ha detto il deputato di Forza Italia.

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